258. Comunicazione e scopi

Quale comunicazione, per quale scopo?

di Marilena Bogazzi (*)

La normativa attuale sui sistemi comunicativi prevede una tutela per evitare che i minori possano essere turbati da scene di violenza o di pornografia mentre guardano la televisione, alcune trasmissioni sono pertanto contrassegnate da “bollino rosso” o “giallo” per indicare il primo che la trasmissione è inadatta a minori e il secondo che è consigliata ad adulti.Se sono noti in psicologia gli studi sugli effetti negativi di tali immagini nel cervello dei bambini mancano invece studi di ricerca sull’effetto che le stesse immagini hanno su adolescenti ed adulti.

Si ritiene infatti che di norma l’adulto abbia la capacità di razionalizzare meglio quanto “entra” nel suo cervello sotto forma di immagine , dimenticando però che l’analisi logico-razionale è solo una piccola parte dell’attività celebrale e che le immagini, i suoni etc vengono elaborate dalla nostra mente anche a livello più immediato ed emotivo; senza contare che i moderni sistemi comunicativi non esistono in natura per cui il nostro cervello non è “programmato” per suddividere ciò che riceve in “reale” e “virtuali”, se la parte logica-razionale assume certe esperienze quali “virtuali” non si è però esenti dall’immagazzinare queste immagini e sequenze quali “esperienze” con cui il nostro cervello si è venuto a imbattere.Ciò che viene studiato a livello sociologico è il messaggio virtuale applicato al comportamento che si vuole ottenere, quasi ad ammettere che esistono messaggi che premendo certi tasti vadano ad influenzare il nostro comportamento o perché attiva determinate aree celebrali o perché rende socialmente accettato o non accettato un determinato comportamento: ad esempio ciò che alle nostre nonne poteva sembrare una gravissima offesa oggi è ripresa quale complimento alla femminilità, si è reso cioè accettabile (e addirittura positivo) un comportamento che prima era inaccettabile.

Queste conoscenze sono utilizzate bene dai meccanismi della pubblicità, ma non solo.La politica e i sistemi comunicativi utilizzano una struttura di linguaggio nota come PNL che è una forma di linguaggio strutturata in modo tale da persuadere chi ascolta dall’assoluta correttezza dell’enunciato, indipendentemente dal contenuto dello stesso.Questo sistema di linguaggio è stato usato per rendere lecito ciò che l’opinione pubblica avrebbe rifiutato (la “pulizia” etnica, la guerra “giusta” etc) attraverso la ripetizione e l’unione e utilizzo di termini carichi di valenze positive.Quanto siamo liberi di fronte a queste asserzioni è ancora da dimostrare.Insieme a queste tecniche persuasive palesi ne esistono altre subliminari, chiamate così perché “aggirano” l’emisfero sinistro celebrale (il logico razionale) e comunicano direttamente con il destro dandoci un “impressione” che scavalca la logica: questo meccanismo avviene nel cervello del bambino quanto in quello dell’adulto per cui non esiste un “bollino” rosso che possa renderci immuni da questi meccanismi.Non si fa mistero che la maggior parte di trasmissioni televisive e per bambini e per adulti contenga un alto carico di contenuti violenti che grazie alla ripetitività hanno finito per essere considerati “normali” al punto che è normale assistere a sparatorie, accoltellamenti, violenze sessuali, scorticamenti, sbudellamenti ed altre simili in ogni fascia oraria e trasmissione, con particolare risonanza di cronaca/film/telefilm di violenza sessuale che porta alla morte su bambine ed adolescenti.

L’attenzione mediatica diviene in certi casi quasi morbosa e spinge le persone a comportamenti quali “tour dell’orrore” che consistono nel recarsi in pellegrinaggio nelle zone dove la tal ragazzina (si veda tra tutti il caso si Sara Scazzi) è stata brutalmente massacrata donando all’evento una sorta di fascino diabolico anziché il normale ripugno che dovrebbe provocare.CIRCA IL 65% delle trasmissioni che ho analizzato in queste due settimane contenevano almeno un riferimento alla violenza su donne.In Italia attualmente si parla molto di femminicidio che ha raggiunto un vergognoso primato, le violenze sulle donne aumentano in modo esponenziale e si fanno diverse giornate per commemorare le vittime e parlare dei “mostri” che le hanno massacrate, ma raramente viene messo in correlazione il sistema comunicativo-mediatico e la realtà: si parla di adulti e quindi , si crede, non siano influenzabili dal linguaggio virtuale.Ma siamo davvero sicuri che non ci sia alcuna correlazione tra i femminicidi e la violenza sulla donna virtuale?E’ possibile escludere che la martellante normalità del vedere corpi femminili massacrati, fatti a pezzi, strangolati, violentati, violati non renda più normale anche il ripetere certi comportamenti?Da tali immagini non sono esenti neppure cartoni animati e trasmissioni per bambini (es: lupin o simili) che innocentemente presentano donne (rigorosamente in minigonna e top) rapite, legate e detenute dai “cattivi” che però sono i “potenti” di turno.In sociologia si ritiene che un comportamento casuale sia un comportamento che non sia prevedibile secondo le normali classi statistiche, osservare che una percentuale così elevata di trasmissioni presenta violenza palese o subliminare può poi portare alla conclusione che questo sia casuale?E’ casuale che costantemente appaiano questi messaggi?Se non è casuale, chi può avere interesse a presentare queste immagini e perché?Quale mano muoverebbe questo sistema percettivo-comunicativo e per quale motivo?

 I messaggi presi fin’ora in considerazione hanno comunque il “pregio” di essere palesi e ben individuabili da chiunque, mentre esiste una forma di messaggio chiamato subliminare che emerge solo sezionando le scene o fermando la pellicola ma che sfuggono alla comprensione analitica, questi sono molto persuasivi sia a livello di marketing sia a livello sociale; come esempio valga una simpatica scenetta che augura il buon natale su mtv in una sequenza più o meno sconnessa di eventi che se analizzati con il fermo immagine raccontano niente di meno che il sacrificio di una bionda bambina vergine a satana (impersonato da un caprone).Messaggi di questo genere non sono isolati e sono presenti in maniera frequente in contenuti  perlopiù musicali per adolescenti, è facile individuare in modo particolare questa simbologia:stella a cinque punti, teschio, uomini e donne burattini mossi da fili, soldi, sessualità esplicita e occulta ed inoltre noto come alcune canzoni contengano –se ascoltate al contrario- messaggi non udibili se ascoltati dal giusto verso.Quale scopo hanno queste comunicazioni?Se lo scopo non è quello del marketing (lo spot di mtv non vende nulla) quale può essere il motivo dell’inserire un sacrificio umano all’interno di una vignetta umoristica?Quali possono essere le comunicazioni che arrivano al nostro sistema percettivo quando siamo incoscienti di riceverlo?E’ certo che un cervello adulto possa “filtrare” questi messaggi e che questi non abbiano dunque effetto sulla sua psiche?Ma sopra ogni cosa è rilevante chiedersi perché se questi messaggi non possono essere colti vengono comunque inseriti? Sembra quasi che chi inserisca questi messaggi sia pienamente convinto che essi abbiano in ogni caso effetto, quale potrebbe essere lo scopo di queste immissioni?

La scienza attualmente non si è posta queste domande essendo primariamente impostata sul sistema logico-analitico-razionale, ma è compito della sociologia analizzare questi messaggi per capire quali effetti possono esserci nella società e nei singoli e i potenziali effetti che il linguaggio e la comunicazione possono avere nei nostri contesti sociali, un tema come questo non può essere ignorato dalla moderna sociologia coadiuvata dalla psicologia e dalla scienza della comunicazione.

 

(*) Sociologa e Presidente dell’Associazione Cattolici Vegetariani Italiani, bel sito che consigliamo di visitare:

http://www.cattolicivegetariani.it/