(articolo comparso il 15 luglio 1938 in prima pagina su "Cronaca Prealpina") (***)
Negli ultimi tempi si è assistito ad un’opera di revisionismo storico (1) volto a mettere in primo piano un certo numero di partigiani colpevoli di vendette arbitrarie (gravi episodi, giustamente da ricostruire e ricordare) al mero fine di minimizzare (mettendo sullo stesso piano fascisti e antifascisti) la portata di un movimento di opposizione interno molto più forte che in Germania , che ha salvato la dignità e l’immagine degli italiani: senza il movimento partigiano la colpa avrebbe potuto essere interpretata come collettiva (così è stato in Germania in realtà: dopo la guerra si è portato avanti un vero processo di denazificazione, al contrario dell’Italia, dove la Resistenza, che mai ebbe un unico colore (Comitato Nazionale di Liberazione), aveva capillarmente diffuso informazione e speranza). Si rifletta anche su quanto segue: gli Alleati hanno raso al suolo intere città, decimando volutamente la popolazione civile (si veda Dresda (2) e l'atomica, fra i vari esempi). Fatti ben più tremendi degli atti di alcuni partigiani. Eppure questo non viene sottolineato. Perché? 1) non serve a fini politici, vale a dire a legittimare le destre 2) effettivamente e sicuramente non si possono mettere gli americani sullo stesso piano dei tedeschi. Molti gli errori, ma essi hanno contribuito in maniera decisiva e senza equivoci ad abbattere i regimi fascisti. Quanti milioni e rispettivamente centinaia di migliaia di morti hanno causato la seconda Guerra Mondiale e le varie guerre di conquista, vale a dire le mire imperialistiche della Germania nazista e dell’Italia fascista? Non cadiamo quindi nell’errore logico dell’azzeramento (tu quoque, si veda la presentazione del sito al punto relativo), truccando le proporzioni e operando una voluta confusione tra chi in Italia ha distrutto il diritto e chi lo ha ricostruito, al fine di cancellare deliberatamente quei meriti dai quali è scaturito oggi il nostro stato di diritto e la nostra COSTITUZIONE. Parlando con taluni fascisti pare di capire che dal fascismo ci abbia liberato il fascismo stesso… oppure che esso si sia dileguato per magia, Provvidenza Divina o puro Caso…, oppure ancora che “tra qualche secolo” sarà impossibile esprimere un giudizio di valore (relativismo etico, in quanto non tutto puó essere "contestualizzato", vale a dire giustificato: si veda il punto Nr. 65 del Menu - un Consigliere Comunale di Vercelli ha fatto un parallelo con Cesare e Pompeo...), dimenticando che il fascismo è subentrato con brogli e bruta violenza ad un regime democratico preesistente, distruggendolo (assassinio di Giacomo Matteotti), annientando le libertà democratiche e quindi valori e istituzioni già diventate patrimonio di un popolo (retrocessione etica e culturale), instaurando una dittatura che si è macchiata a livello teorico e pratico di orrendi crimini contro l’umanità, camminando fianco a fianco con il nazismo e sviluppando originalmente una propria teoria della razza. Vergognosi inoltre gli azzeramenti che vengono operati da taluni il Giorno della Memoria, ovvero delle vittime del fascismo/nazismo: chiunque scriva qualcosa sul tema si vede confrontato con un "anche i comunisti commisero crimini": noi ci chiediamo, ma cosa c'entra? noi non siamo comunisti, neppure negazionisti come costoro, perché deviare l'attenzione dalla commemorazione di queste vittime con altri temi e altre vittime, per quanto reali e importanti? La risposta é: azzerare, operare minestre per porre tutto sullo stesso piano (si veda anche l'antipolitica odierna), in ultima analisi per riproporre i vecchi modelli. O contrapporsi fittiziamente, in epoca moderna, a partiti avversari (Berlusconi, che nel gennaio 2013, in occasione del Giorno della Memoria, non invitato decide di partecipare alla commemorazione rievocando le "cose buone" del fascismo, nell'esternazione dei propri fini e ideali, nonchè della propria ignoranza storica come è stato giustamente rilevato, è in realtà meno ipocrita di quanti in tale giorno hanno deciso con medesimo fine di commemorare altre vittime).
(1) http://www.ilportaledelsud.org/rovescismo.htm (Sulla differenza tra revisionismo e revisione. Ricerche storiografiche serie e obiettive sul tema sono state fatte anche con il supporto dell’Istituto di Storia della Resistenza, si veda la Storia della Resistenza nel Biellese, quale esempio)
(2) La dottrina del "moral bombing" contemplava la distruzione a tappeto di intere città (compresi i quartieri residenziali, gli edifici pubblici, le chiese e i monumenti architettonici), lo scopo era quello di “fiaccare” la volontà del popolo tedesco: la conseguenza fu la morte deliberata di centinaia di migliaia di civili. Se a tutti è nota la tremenda distruzione subita da Dresda e Amburgo, meno conosciuta è la sorte di Pforzheim, Dortmund, Darmstadt, Krefeld, Kassel e di moltissime altre città, rase al suolo o irreparabilmente sfigurate da cinque anni di bombardamenti aerei e di devastanti incendi.
L’Italia è un paese che in realtà non si è mai vergognato nella dovuta misura delle pratiche razziste del fascismo e delle sue avventure coloniali, da cui rigurgiti nostalgici più o meno consistenti fino ai nostri giorni. Tanto che rappresentanti di partiti ufficialmente ammessi all’agone politico possono permettersi frasi come “oggi 25 aprile io non ho nulla da festeggiare” (Storace).
Perché? Vi è stata innanzitutto una implicita richiesta di dimenticare, giustificata con la necessità di ricostruire, ma ancora più significativa è l’attribuzione al nazismo di ogni responsabilità e di aver condizionato il fascismo italiano, presentato come succube. Solo Hitler fu il colpevole, il fascismo ne fu una vittima. Laddove al contrario il fascismo italiano fu fiero di elaborare una propria o r i g i n a l e forma di razzismo, che andava oltre le leggi razziali emanate in Italia nel 1938 contro gli ebrei.
“La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extraeuropee , questo significa elevare l'italiano a un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità (...) Il carattere puramente europeo degli italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extraeuropea e portatrice di una civilità diversa dalla millennaria civilità degli ariani" (dal Manifesto della Razza) "
“La Difesa della Razza” pubblicata quindicinalmente per cinque anni, dal 1938 al 1943, definita dall’antropologo Guido Landra come “organo ‘tecnico’ del razzismo italiano (…) era molto diffusa e aveva una tiratura, almeno inizialmente, di 140-150.000 copie (…) Obiettivo primario della “Difesa della Razza” era infatti quello di dimostrare non tanto la superiorità dei bianchi, quanto la superiorità della “razza italiana” su tutte le altre ‘razze’ – quindi ridefinire la gerarchia fra ‘razze’ ponendo quella italiana sopra tutte. Con “La Difesa della Razza” si assiste alla diffusione di un discorso ideologico sulla ‘razza’ finalizzato alla costruzione di un immaginario razzista collettivo. “La Difesa della Razza” era anche uno strumento di connessione delle leggi razziali con la propaganda razzista. Oltre, infatti, ai vari articoli, nella rivista sono presenti continui riferimenti alle leggi proclamate dal regime di Mussolini e ai loro aggiornamenti (…)Tale mutamento della funzione dell’antropologia va visto in stretta relazione alla nascita dell’impero fascista. Per fare sì che gli italiani si riconoscessero in una nuova identità – non più solo nazionale ma imperiale – l’elemento razziale doveva acquisire una nuova connotazione in modo da ottenere due effetti contemporanei. Da una parte, bisognava giustificare in termini di supremazia razziale l’immenso sforzo bellico compiuto per la conquista dell’Etiopia. D’altra parte, e soprattutto, l’esistenza ‘scientificamente’ dimostrata di una gerarchia di razze era il presupposto necessario per il controllo e la disciplina della colonizzazione demografica dei territori dell’Africa orientale, la garanzia di quella “collaborazione senza promiscuità” che il regime esigeva nelle colonie e per ottenere la quale di lì a breve avrebbe promulgato apposite leggi (…) Il meticciato, che era dall’inizio dell’impresa coloniale una realtà di fatto, con l’impero diventò metafora della promiscuità che avvelena la purezza della ‘razza’, e la lotta contro il meticciato assurse a lotta per l’affermazione definitiva della supremazia razziale del colonizzatore sul colonizzato. Già il percorso di costruzione nazionale aveva portato alla definizione di un’identità razziale per gli italiani. Con la dichiarazione dell’impero questa identità fondata sulla purezza di sangue svolse un ruolo centrale nella definizione delle politiche coloniali (…)” (Nicoletta Poidimani)
Già nel luglio del 1933 venne fatta una prima legge che, in Eritrea e Somalia, escludeva i meticci dai diritti della razza bianca. La razza doveva essere difesa dall'imbastardimento e, per fare questo, si presero misure tese ad evitare il caos delle razze e il rischio degli incroci.
“Nel 1936 si vietò la comune partecipazione a luoghi di ritrovo, e nel 1937 si giunse alla legge che comminava fino a 5 anni a chi vivesse con una donna di colore. Dei figli a sangue misto si vietò persino il riconoscimento. Le donne che avessero avuto rapporti sessuali con uomini di colore erano trattate ancor peggio, perché offendevano “la purezza della razza” e “la virilità dell’uomo bianco”. In compenso, il governo si fece carico di inviare in Africa Orientale un buon numero di prostitute italiane.
Italiani ed etiopi dovevano vivere in luoghi distinti. Gli etiopi erano classificati di razza inferiore, e ciascuno di loro, se incrociava un italiano, doveva scendere dal marciapiede per lasciarlo passare. Questa apartheid trovava la sua giustificazione nelle teorie dell’antropologo Cipriani. Per Cipriani*, l’Italia non doveva cercare di elevare il livello di vita dei popoli coloniali, né imporre la propria civiltà , perché questi erano incapaci di assimilarla. Un incrocio delle razze avrebbe portato alla decadenza della popolazione europea. Gli africani dovevano essere considerati come bambini, la loro gioia si esauriva in semplici passatempi, la loro educazione doveva consistere nella memorizzazione di pochi fatti elementari” (dal sito iniziativalaica.it)
*(Lidio Cipriani, antropologo fascista) ....l'Africa agli africani porterebbe solo barbarie...del resto a questo porta la nostra forma mentis la cui struttura psicologica trasmette i caratteri indelebili della romanità attraverso i secoli e rinnova senza soluzione di continuità l'idea imperiale fondata su Roma. E ciò che in altre parole aveva detto nel 1926 Benito Mussolini quando a Tripoli aveva definito il suo viaggio in quella terra un'affermazione della forza del popolo italiano, una manifestazione di potenza del popolo che da Roma ripete le proprie origini eporta il Littorio trionfante e mmortale di Roma sulle rive del mare africano..."
La Teoria secondo cui la razza africana sarebbe stata irrimediabilmente inferiore legittimò inoltre la scelta politica di non costruire scuole "tanto che in settant'anni di presenza italiana in Africa nessun indigeno ebbe la facoltà e i mezzi per ottenere un diploma o una laurea" (Angelo del Boca, "Il mito del buon italiano")
Nel seguente link tutti i provvedimenti presi contro gli ebrei dal regime fascista (1938-1944): http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-635.htm
E il bellissimo discorso di Giorgio Napolitano il 25 aprile 2012: http://www.italia-news.it/politica-c14/quirinale-c358/25-aprile-il-discorso-del-presidente-giorgio-napolitano-76188.html
(***)
http://www.varesenews.it/ilgiornodellamemoria/testimonianze/laforgia.html
(su Tewodros e l'abolizione della schiavitù in Etiopia):
http://solleviamoci.wordpress.com/2007/05/14/etiopia-mussolini-schiavitu-facciamo-un-po-di-storia/
"At any rate, slavery was banned in Ethiopia long before the United States abolished slavery in the 19th Century. For example Emperor Zera Yaqob (1433-1468) banned slavery of all Christians, and his descendant Emperor Susinios (1607-1632) reaffirmed and continued that edict against slavery. Emperor Tewodros II was vehemently anti-slavery, and had edicts against slavery. Emperor Menilik II had continued that tradition against slavery. The reference by the House to the 1923 antislavery act gives the wrong idea as if Ethiopia was still a slave owning society up to that late date,which was contrary to the tradition of Ethiopia" (Tecola W. Hagos)
Il Consigliere Comunale di Vercelli Emanuele Pozzolo su “Cesare e Pompeo”: http://www.vercellioggi.it/dett_news.asp?id=33912
Risposta su “Cesare e Pompeo”: http://www.vercellioggi.it/dett_news.asp?id=33999
Mi capita spesso di incontrare persone anche molto colte e antifasciste dire "ammettiamo però che anche il fascismo ha fatto delle cose buone". Un bellissimo riassunto delle cose buone, quelle che taluni altri riportano come controaltare all'abbattimento violento della democrazia, alle leggi razziali, all'alleanza fraterna e culturale con il peggio della storia umana.
http://www.lastradainsalita.it/2010/09/04/quel-che-di-buono-ha-fatto-il-fascismo/
“Buongiorno a tutti. Oggi posterò un articoletto che attende la pubblicazione da circa un anno. Me lo aveva chiesto un amico, ma non ho mai il tempo per metterlo a posto e finirlo una volta per tutte. Ho rimandato per settimane e mesi, nell’attesa di trovare un minimo di tempo da dedicargli, ma alla fine è sempre finita in un nulla di fatto: il lavoro rimane incompleto con numerosi buchi ancora da riempire. Ora però voglio pubblicarlo lo stesso, malgrado le molte lacune ancora presenti. Magari, con l’aiuto di qualche lettore, possiamo arricchirlo e renderlo più completo in un secondo momento. In questo meraviglioso video si enunciano tutti i meriti del Fascismo.
Ok.
Il video ha però un problema di fondo. Un ENORME problema di fondo. Il problema non è affatto da poco perché verte in generale sul periodo storico mondiale in cui è nato e morto il fascismo. Fin qui ci siamo? Bene.
Passiamo al problema in sé. L’Italia fascista ha ottenuto dei buoni passi in avanti in certi ambiti del progresso, questo è vero, ma siamo sicuri che sia merito del Regime in vigore in quel periodo?
Faccio un esempio casereccio, poi passeremo ad analizzare il video.
Prendiamo internet. Sarebbe un po’ come se Berlusconi, domattina dicesse “Io all’Italia ho portato internet” solo perché il 90% della popolazione durante i suoi Governi si è dotato di internet. No, questo non significa portare internet. Soprattutto perché la stessa identica cosa è accaduta in tutte le nazioni occidentali in un certo qual modo assimilabili al tenore di vita italiano. Come tutti ben sapranno, rimanendo nell’esempio in questione, l’Italia non figura nei paesi più avanzati per quanto riguarda internet… anzi, la copertura, la velocità e le tariffe la mettono piuttosto indietro nelle classifiche. Dunque? Dunque è errato dire che internet sia merito del Governo, concordate?
Capito dove voglio andare a parare? Bene. Ora passiamo in rassegna i punti.
Bonifica terre paludose ***
Questa è in un certo senso una falsa credenza mista a mezze verità a cui ero cascato anch’io. Sì, nel periodo fascista si procedette con numerose bonifiche, ma non è vero affermare che l’Italia venne bonificata da Mussolini. Il grosso dei lavori venne fatto dal 1880 al primo ventennio
Dire quindi che il Fascismo sia da rivalutare perché ha bonificato le paludi è come dire che io sono da rivalutare perché ho la patente, un importante traguardo dell’umanità che consentirà alla mia famiglia di andare in giro in macchina. Esattamente come per le bonifiche, già il padre di mio padre, prima di me, aveva la patente.
Battaglia e vittoria del grano Anche qui la vittoria non è di Pirro ma ci manca poco. Ottenere il grano fu un traguardo importante, ma venne ottenuto come conseguenza dei nuovi fertilizzanti e dei nuovi campi bonificati. Insomma, un risultato quasi automatico che ha visto l’Italia tappezzarsi di grano a discapito di altre colture. Secondo recenti calcoli, per soddisfare il fabbisogno di grano dell’Italia bisognerebbe coltivarne a grano il 15% dell’intero territorio, città e montagne incluse.
Costruzione di nuove città come Pomezia, Littoria, Aprilia…E quindi? Berlusconi ha fatto Milano 2. Dovremmo ringraziarlo?
Innovazione nell’industria: 40 ore settimanali, 8 ore giornaliere Certo, un’innovazione importantissima. Ma l’Italia semplicemente si è adeguata ai tempi che cambiavano, esattamente come tutte le nazioni occidentali industrializzate. Negli Stati Uniti già se ne parla in una legge del 1867, poi ribadita nel 1886 dopo lunghi scioperi di protesta. In Russia nel ’17. In Spagna e in Portogallo nel ’19. In Italia arriva nel 1923. Francia e GB arrivano dopo ma arrivano comunque in quel periodo. Una vittoria del fascismo o dei tempi? Io propendo per la seconda ipotesi.
Libretto del lavoro Il libretto del lavoro venne inserito in Francia da François Guizot esattamente un secolo prima che in Italia: nel 1830. Proprio sul pezzo, noi italiani.
Carta del lavoro Da Wikipedia si legge: La Carta del Lavoro è il documento programmatico con il quale vennero fissate le principali linee guida della politica sociale italiana durante il fascismo. [...]
non ha valore di legge o di decreto [...].
Si compone di trenta assiomi, o enunciazioni. Quindi non è un codice, un’insieme di leggi. È solo un documento scritto da un partito. Un po’ come i dodici punti di Veltroni… o il contratto con gli italiani. Nulla di importante da ricordare, dunque.
Assicurazioni di invalidità e vecchiaia Scorretto. Nacquero nel 1898 con la CNAS (Cassa nazionale per le Assicurazioni Sociali)… che (vedi sotto)
INPS La CNAS nel 1933 divenne INFPS e nel ’43 perse la F di fascista e divenne INPS. Insomma, manco l’Inps hanno inventato.
ECA Le ECA sono il nuovo nome fascista delle vecchie Congregazioni di carità. Nulla di nuovo sotto il sole.
Inam L’Inam ho il fondato sospetto che sia stato creato nel periodo fascista. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Corporazioni e sindacati fascisti I sindacati nacquero, in Italia, prima del Fascismo. Ma il regime li abolì e li sostituì con corporazioni fasciste. Dopo la guerra, con la caduta della dittatura, tornarono i sindacati.
Opera nazionale dopolavoro e sabato fascista
opera doposcuola
opera nazionale balilla
colonie per i ragazzi
Chiunque osi controllare e indirizzare il mio giorno di tempo libero non mi sta facendo un favore. Anzi, merita tutto il mio odio.
Il sabato fascista era un modo di intruppare e plagiare i ragazzini sin da piccoli. Hanno cancellato e vietato i boyscout e le organizzazioni ricreative della chiesa. Lo scopo non era far divertire o allenare o educare ma plagiare.
Casse rurali e artigiane Wikipedia: Si richiamavano alle banche tedesche ideate da Friedrich W. Raiffeisen.
Anche in questo caso, non un’invenzione del Ventennio ma un adeguamento al mondo contemporaneo. Tutela del lavoro donne e fanciulli
Opera nazionale maternità ed infanzia
L’argomento “donne durante il fascismo” meriterebbe un post a sé, ma non avendo tempo per scriverlo mi limiterò a suggerire questo link.
Il fascismo prese le mosse dall’assioma della diversità naturale tra uomini e donne per affermarla anche in campo sociale e politico a vantaggio degli uomini.
Primo Carnera campione del mondo Io avrei lasciato volentieri Primo Carnera fra i successi del fascismo: il grande e grosso omone che incarna tutte le virtù fasciste di patria, forza e di disciplina sportiva da superuomo. Essendo Carnera, pure fascista dentro, non avevo difficoltà ad ammettere questo punto. Ma spulciando la sua biografia scopro una cosa interessante: che la sua attività di pugile e la sua prestanza fisica non sono dovute all’allenamento fascistissimo italiano, ma a un allenamento francese. Già. Carnera divenne pugile in Francia, e solo da lì riuscì a decollare e a diventare famoso. Il fascismo, quindi, si impossessa della figura di Carnera solo quando questi sarà già diventato famoso.
Italo Balbo, prima trasvolata atlantica Italo Balbo, benché sia fascistissimo come e più di Mussolini, a me è sempre stato simpatico. Da qualche parte sul p2p c’è un bel documentario su di lui prodotto da Rai Storia-La storia siamo noi. Guardatelo che merita. Anche qui però c’è un problema. E il problema è dettato dall’orologio che ho appeso nella mia camera, perché con la sua scritta “Spirit of Saint Louis” mi ricorda che fu proprio quell’aereoplano a compiere la prima trasvolata, con a bordo Charles Lindbergh.
Giovanni Gentile, riforma della scuola Ok. Gliela concedo.
La prima enciclopedia La prima enciclopedia italiana. Senza scomodare l’Enciclopedie di Diderot and friends, e tutte le altre enciclopedie antiche, ricordiamo però che: All’inizio del Novecento l’Enciclopedia Britannica raggiunse la sua undicesima edizione e divennero comuni enciclopedie poco costose quali la Harmsworth’s Encyclopædia e la Everyman’s Encyclopædia.
Nel 1917 venne pubblicata a Chicago la prima edizione della World Book Encyclopedia.
In Italia arriva nel 1929.
Diritto allo sciopero Venne introdotto in Italia dal Codice Zanardelli nel 1889. Secondo Wikipedia: Con l’avvento del governo Mussolini, molte sue norme furono di fatto disattese e nel 1930 si arrivò alla formale soppressione del codice Zanardelli, che venne sostituito dal codice Rocco.
Ma il Codice Zanardelli, a dispetto della indubbia “anzianità”, è in dottrina considerato particolarmente “avanzato” e “lucido” rispetto al successivo Codice Rocco del 1930, emanato in piena logica repressiva dal regime fascista.
assistenza agli illegittimi abbandonati ed esposti
assegni familiari
Può essere, ma qui dice che sono nati dopo.
nazionale di calcio campione del mondo 2 volte consecutive Questa la diamo buona. Non so come possa aver influito il fascismo ma non importa.
Umberto Nobile, tocca per primo il Polo Nord con il dirigibile Norge Questa pure.
vaccinazioni obbligatorie per i neonati Il vaccino per la difterite venne scoperto nel 1913.
Pirandello premio NobelWikipedia: La critica fascista non esaltava le opere di Pirandello, anche perché queste non erano in linea con gli ideali fascisti. Parecchi lavori furono ancora accusati dalla stampa di regime di disfattismo anche dopo il Nobel, e Pirandello finì anch’egli tra i “controllati speciali” dell’OVRA.
Innovazioni e architettura Innovazioni e architettura… Io rispondo con una fotografia. La Torre Littoria di Torino, also know as “pugno in un occhio” per la sua indubbia bellezza.
Autostrade, treni, porti, aeroporti Può darsi che il Fascismo abbia fatto molti aeroporti, ma d’altronde il primo aereo nasce nel 1903… Il merito è relativo.
La mille miglia Vero, la Mille Miglia l’hanno inventata in periodo fascista. Aymo Maggi, creatore della corsa, però non lo era.
Teatri Teatri? Hanno costruito teatri? Sarà, non ne ho idea. Per quanto riguarda l’arte teatrale, sempre da wikipedia (che cita anche fonti) riporto:
Di un teatro fascista si può quindi parlare riferendolo a quegli autori che, in modo dilettantesco e per ottenere i favori del regime, scrissero una serie di copioni dai contenuti ideologici fascisti celebranti la nascita del fascismo e le sue conquiste militari e sociali; lavori questi che non ebbero però mai risonanza presso il grande publico.
Dell’assenza di una produzione teatrale fascista dai toni elevati ebbe modo di lamentarsi lo stesso Mussolini.
Fiere e folclore FIERE E FOLCLORE?!?
L’impero… Oltre a Libia e Somalia vengono conquistate Etiopia ed Eritrea Un fulgido periodo, non c’è che dire…
Creati Parchi Nazionali: Gran Paradiso, Circeo, Stelvio
I Parchi vennero creati in periodo fascista, vero. Ma…
Gran Paradiso. Wikipedia. Il 3 dicembre 1922 re Vittorio Emanuele III firmava il decreto legge che istituiva il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Vennero poi gli anni bui del parco. Nel 1933 fu abolita con regio decreto la Commissione Reale e la gestione del parco passò al ministero (fascista) per l’Agricoltura e Foreste. La sorveglianza, affidata alla Milizia Nazionale Forestale, divenne una sorta di servizio punitivo: venivano mandati dei malfattori o degli antagonistici politici, spesso non abituati alla rigidità della montagna, ad espiare le proprie pene (una specie di “piccola Siberia” italiana). La vigilanza perse d’efficacia, riprese il bracconaggio e a volte fu persino ordinato ai guardaparco di uccidere esemplari di stambecchi e di camosci della miglior specie per farne dono alle autorità militari.
Sconfitta della Mafia
Mori, inviato da Mussolini in Sicilia per combattere la mafia (non potevano esistere due poteri totalitari contemporaneamente) iniziò arrestando con metodi violenti la bassa manovalanza, ma quando cominciò a indagare l’alta mafia, quella collegata ai politici e ai fascisti, venne richiamato a Roma e “promosso” Senatore, stoppando tutto.
Grazie a Hytok e Alessandro per i consigli e il supporto su alcuni punti.”
*** sulle bonifiche
http://www.bonifica-uvb.it/Consorzi/Storia.aspx