171. Il Circo a Vercelli

KNWOLEDGE AS DUTY

Poche settimane fa si è svolta a Vercelli una bella manifestazione contro il circo Orfei e contro l’impiego, in esso, di animali. Prendo in considerazione   1) l’interessante lettera al giornale La Sesia (16 ottobre) del sig. A. Radovani nonché 2) un brevissimo ironico commento della redazione del giornale stesso su coloro che protestano mangiando bistecche (fallacia del tu quoque, si veda presentazione).
1)      Reputo l’argomento di estremo interesse, sia da un punto di vista etico che logico. Nella parte iniziale, un elenco di disposizioni di legge con relative sentenze, laddove possiamo constatare l’identificazione 1:1 tra legge e morale, tra diritto ed etica. Se è infatti vero che molte delle esperienze umane e i loro frutti confluiscano in legislazione (“non uccidere”, “non rubare” non sono che il frutto di millenarie esperienze in termini di problem solving, per tutelare la sopravvivenza e il prosperare delle comunità umane) è anche vero che vi possano confluire poteri arbitrari miranti alla mera sopraffazione del prossimo quando non al suo annientamento. Pensiamo soltanto alle leggi razziali emanate nel nostro paese in epoca fascista o alle leggi dell’apartheid e pensiamo a cosa sarebbe successo se nessuno avesse messo in discussione tale identificazione tra legge e morale, tra legge e raziocinio, tra legge e Conoscenza. E qui soprattutto di Conoscenza parleremo, in quanto non si può parlare di animali a prescindere dagli studi della moderna etologia e della moderna etologia cognitiva. La protesta a Vercelli non ha infranto la legge ma la ha fortemente messa in discussione, contestandone il fondamento, poggiante su una delle forme più deteriori e scientificamente sorpassate di antropocentrismo. Da decenni è ormai tramontata la visione dell’animale-macchina, burattino mosso da fili che in modo separato producono il comportamento. Ed è a partire da Darwin fino a Donald Griffin e all’etologia contemporanea che si afferma il concetto della soggettività animale, che affronta temi come la creatività, la pianificazione e la cultura, inspiegabili secondo il modello meccanicista: la scienza oggi assegna agli animali un mondo interiore capace di riflettere sui problemi e di porsi obiettivi, elaborare strategie, simulare, ricordare e pensare in modo complesso. Tutto questo ha ovvie ricadute da un punto di vista etico, dal momento che sia Galileo che Darwin dimostrano che la Terra e rispettivamente l’Uomo non sono la misura di tutte le cose. Ora, volendo anche volutamente ignorare tutti i rapporti e le prove illustranti le orrende sevizie cui sono sottoposti gli animali al fine di compiere determinati esercizi per divertire un pubblico e delle amministrazioni ancora convinte di avere a che fare con dei burattini (stupefacente esaltare la figura del domatore armato appunto di frusta! Il simbolo dell’armonia e sintonia cui si accenna nella lettera? Oppure gli animali burattini sono insensibili al dolore? E allora perché la frusta?). Il fatto poi che il Festival di Montecarlo sia stato fondato dal principe Ranieri non è prova di alcunché se non di un’autorità reale. E Fellini un bravo regista, vittima, come il Cardinale citato, della miserabile divulgazione scientifica in Italia. Vi sarebbe da scrivere un manuale di logica al proposito, o di semplice buon senso. Stupefacente l’argomento dell’adattamento, che si può applicare 1:1 anche all’uomo, dato che le differenze non sono di ordine ontologico, come ormai sappiamo: pensate agli schiavi, anche loro si adattarono, per secoli. Chi non si adattava moriva. Ma tra adattamento e rispetto delle caratteristiche specifiche di ciascun animale vi è un’enorme differenza. Non vi è bisogno di un etologo o studioso evoluzionista, ma solo buon senso per capire che la convivenza tra uomo e cane poggia su basi completamente diverse rispetto ad un leone o elefante in una tenda da circo. Spero non vi sarà la necessità di entrare nei dettagli al riguardo. Il benaltrismo poi è anche una fallacia logica. Si pensi inoltre al tempo in cui era "normale"  e quindi "lecito" impiegare nei circhi persone deformi. L'etica cammina fianco a fianco con la Conoscenza. Knowledge as Duty.
2)     Anche volendo "prestarsi" alla fallacia  tu quoque, innanzitutto la redazione del giornale non sa se e quanti partecipanti alla manifestazione fossero carnivori. In totale assenza di un sondaggio sarebbe stato auspicabile il silenzio, al posto di una spicciola ironia, analizzabile come segue  sulla base di semplici analogie. Se da una parte è vero che oggi non sia necessario cibarsi di carne e quindi sarebbe anche auspicabile non farlo, è parimenti vero che esistono dei gradi. Vale a dire: vi è pur sempre una fondamentale differenza tra lasciar vivere un animale (o un uomo) 5, 10, 20, 100 anni senza torture, per poi cibarsene, oppure torturarlo, per poi cibarsene o non, per altrettanto tempo. Anche in guerra esistono convenzioni in questo senso: il nemico non va torturato, anche se non è considerato omicidio la soppressione di un altro essere umano durante un combattimento. Disconoscere i gradi significa disconoscere la complessità del reale e banalizzare, con tremende conseguenze in campo etico, argomenti di estrema rilevanza per il prosperare dell’intero pianeta.

Su questo argomento si vedano anche i punti Nr. 59 e 63 del Menu.(e il 177, n.2, sulla vivisezione)