191. Sulla Coerenza

Di Andrea Verri


Leggendo qua e là ( questo è un periodo d’oro per far emergere le vere attitudini umane e il legame che c’è tra il dire e il fare ) le varie esternazioni a sfondo politico che vanno via via emergendo sui profili facebook ( e non solo ), mi è venuta voglia di analizzare più concretamente il significato della parola coerenza. Leggendo certe amenità mi veniva da pensare che questo termine ( per alcuni versi desueto e poco considerato ) avesse trovato degna sepoltura tra le righe di alcuni scritti qui letti e nella scarsa attinenza tra ciò che si era proclamato prima e certe posizioni attualmente adottate.

Così facendo , vado a leggere il significato della parola coerenza e, udite udite, mi sbagliavo!! La definizione di coerenza ( tratta dal Dizionario Italiano ) è la seguente:

Coerenza: Conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico

E già….. Mi sbagliavo. Partiamo dal principio. Cos'è la coerenza? La coerenza si potrebbe definire come quel rispetto di una condotta comune nel modo di pensare, vedere, agire e interpretare le cose. Essere coerenti significa essere in linea sempre con dei principi morali o ideologici che nella nostra testa campeggiano e bivaccano sereni e tranquilli. Di conseguenza la coerenza è quel rispetto per quei valori-principi-ideali che ognuno di noi ha, senza quindi rinnegarli o tradirli.

Il problema (sempre lo sia) nasce quando la coerenza diventa incoerenza, dove questa è chiaramente il venir meno di tutti gli enunciati sopra esposti. Ma qui si apre un altro problema, un altro punto di discussione. Quali sono i principi morali che ognuno di noi ha e che ritiene fondanti per la propria azione sia politica che da privato cittadino? L’Italia in questi ultimi vent’anni ( o forse anche da prima ) ha lentamente, ma inesorabilmente fatto mutare in ognuno di noi il concetto di morale e quello di “civiltà”. Il giardino comune ha lasciato spazio al privato orticello; il traguardo da raggiungere non è più quello condiviso, ma diviene il mero soddisfacimento delle proprie personali ambizioni ( e poco importa se coincidono o meno con un progetto comune ). Si enuncia una cosa e nello spazio di 24 ore si arriva alla sua negazione ( in questo campo Silvio Berlusconi è un maestro) e questo potrebbe far appunto pensare ad una marcata incoerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.


Ma ritornate un attimo alla definizione di coerenza riportata qui sopra….. Siamo proprio sicuri che vi sia questa linea di demarcazione così netta tra le proprie convinzioni e l’agire pratico? Siamo proprio così sicuri che certe azioni siano “incoerenti” con ciò di cui si è convinti? Io non credo proprio e a osservare attentamente sia la cronaca nazionale, sia quella locale ( con i fatti noti e quelli meno noti ai più ) la coerenza di alcuni personaggi è cristallina e senza equivoci. Chiara come la luce del sole perché tutto parte dalla soddisfazione delle proprie di ambizioni; dalla realizzazione dei propro ego attraverso il compiacimento esterno ( oddio, io come egocentrico dovrei tacere….) e seguento questo filo conduttore si arriva ( con ferrea e logica sequenza ) a dire e fare di tutto.


Si arriva a fare campagna contro Monti ( accusandolo di ogni nefandezza possibile ), tranne poi arrivare a dire “ per fortuna che Monti c’è “ ed in barba alla linea sin qui seguita arrivare pure ad ipotizzare candidature anche contro i propri compagni di viaggio e alla faccia di un'accozzaglia anonima....; si proclama che Fassina ha ragione e Monti affama tranne poi cercare l’appoggio di suoi rappresentanti a livello locale per dare “nuove prospettive” a comuni oramai ridotti a terreno di scorribande elettorali; si grida al ricambio generazionale tranne poi fare accordi sottobanco con chi può garantirti meglio ( anche se magari 5 minuti prima al telefono enunciavi le sue mancanze e la sua incapacità ). E in tutto questo, fidatevi, la coerenza c’è ed è lampante.


E’ la coerenza di chi ha messo, più o meno in modo pressante, il proprio io a dispetto di tutto il resto e per raggiungere i propri obiettivi ( per l’amor di Dio, a volte anche leciti ) traduce nell’agire pratico le massime di Eraclito per spiegare che tutto scorre, e che noi non siamo mai quelli del giorno prima,  e prima d’essere coerenti con qualche principio, si deve prima essere coerenti con se stessi, e se così facendo si va contro la coerenza di qualche valore chissenefrega. E c’è pure chi ci crede anche.