194. Violenza soggettiva e sistemica




A pag. 14/15 di “Filosofia della Violenza” l’autore, Lorenzo Magnani, sottolinea come ad essere posta in rilievo sia sempre la violenza dell’individuo e non la violenza delle strutture, dissimulata o vista come una “buona violenza" in quanto ineluttabile, ovvia e pertanto accettabile: “Ogni giorno in Italia almeno tre persone muoiono sul luogo di lavoro (…) la potenziale pericolosità di pratiche organizzative e di gestione del luogo sono considerate raramente come reali cause di danno violento".

L’autore cita Zizek (2009) il quale denuncia l’ipocrisia di quanti combattano la violenza soggettiva commettendo violenza sistemica. Zizek suggerisce l’esempio del connubio tra urgenza ipocrita della beneficienza e riproduzione sociale del capitalismo globalizzato: “Proprio questo tipo di pseudo-urgenza è stato sfruttato alcuni anni fa da Starbucks quando, all’entrata dei negozi, i clienti erano accolti da poster che mostravano come parte dei profitti dell’azienda andassero a pagare le cure mediche ai bambini del Guatamala, luogo d’origine dei loro prodotto caffeari: l’inferenza sottesa era ovviamente che ogni tazza bevuta avrebbe salvato la vita di un bambino”.

Magnani sottolinea come la struttura di questa ipocrisia diventa chiara quando si analizza l’atteggiamento filantropico di quelli che si auto-assolvono dal solo pensare di essere violenti monopolisti privi di scrupoli proprio grazie alla pratica individuale di una beneficienza a buon mercato, che riverbera inoltre l’idea dell’adozione di una responsabilità sociale e umanitaria nell’atmosfera di una gratitudine trascendentale.

Per quanto mi riguarda non riesco a non pensare alla recente pubblicità del Mc Donald’s con citazione della nostra Costituzione contrapposta ad un sistema ufficiale di precarietà contraria allo spirito di questa.