229. Perversione narcisistica




La PERVERSIONE NARCISISTICA. Un breve estratto a mio avviso di fondamentale importanza anche con riferimento alla  nostra modesta realtà quotidiana nel senso di discussioni online: da “Filosofia della Violenza”, del prof. Lorenzo  Magnani.

(…) Molti psiconalisti (…) riconoscerebbero subito in questo comportamento, tipico di molti recensori, qualcosa di perverso, perfettamente fisiologico, ma che può essere definito come narcisistico: un comportamento solitamente percepito come aggressivo agli esseri umani che ne diventano l’obiettivo (anche se alcune volte la vittima rimane passiva, forse – e questo è il caso peggiore - priva di qualsiasi coscienza del suo stato di vittima). In generale, i bersagli di un narcisista si sentono, per usare un concetto kantiano, trattati come mezzi per il beneficio di altri (nel nostro caso il buon fine era il sollievo emotivo del recensore, dal punto di vista appunto di una mentalità narcisista). Ciò che è filosoficamente centrale è la seguente considerazione: il comportamento narcisistico non è normalmente aggressivo in modo cosciente, perché il soggetto è imprigionato in una sorta di bolla morale, il narcisista considera il suo comportamento morale e giusto (…) Per esempio nel caso dei recensori il fatto di esprimere le proprie opinioni narcisistiche può essere completamente giustificato dall’idea astratta di libertà intellettuale. Non si rendono conto di quanto la loro opinione non sia né informata né competente ma legittimata semplicemente da alcuni fatti marginali, come per esempio il loro essere anziani accademici:

potrebbero anche pensare – moralmente – ‘ ho il diritto di esprimere la mia opinione perché sono vecchio’. Bene, mostrare rispetto verso le persone anziane è un comportamento moralmente diffuso, ed è accettabile che si indulga in piccoli eccessi di rispetto verso se stessi quando si invecchia, ma nel caso del mondo accademico questo diventa solo una versione di un’antiquata morale patriarcale (…) alla quale le altre persone possono facilmente volersi opporre (…) va bene, dobbiamo rispettare gli anziani, ma dobbiamo anche mettere in evidenza il fatto che gli anziani devono aver cura di esprimere opinioni informate, e comportarsi conseguentemente (…) da un punto di vista logico e filosofico un’informazione è rilevante quando ha una influenza diretta sulla veridicità o l’accettabilità di una conclusione (Tindale, 2007, p23). Per esempio, bisognerebbe evitare di introdurre informazioni che danneggino la reputazione di qualcuno, in modo più o meno esplicito. Come mai? Perché sarebbe semplicemente irrilevante. Le mie abitudini sessuali, l’università per cui lavoro, la mia età, la mia lingua madre, il mio nome italiano ecc. non sarebbero informazioni da utilizzare, per esempio in un dibattito sul rapporto tra ragionamento nella casistica e l’abduzione, né – allo stesso modo – sarebbero ovviamente da usare le specifiche carenze conoscitive di una persona (…)

Giudicare un’argomentazione confusa solamente perché non si riesce a capirla è semplicemente irrilevante e non prova assolutamente nulla se paragonato ai commenti e alle osservazioni che si potrebbero sollevare di fronte ad un argomento intellettuale circa il rapporto tra casistica e abduzione. A mia volta, come già accennato, non posso giudicare quel collega come genericamente ignorante solo perché manca di conoscenze circa argomenti riguardanti casistica e abduzione: questa assenza di conoscenze particolari è irrilevante rispetto al giudizio generale sulle sue capacità e competenze intellettuali”


ndr. quando non si comprende un'argomentazione si può e si deve semplicemente ed umilmente chiedere aiuto, "per favore, non ho capito, potresti riformulare se hai un po' di tempo"  "cosa intendi di preciso con "xy" e quale è il nesso tra a e c che hai poc'anzi citato ad esemplificazione di..." . Senza dimenticare di ringraziare per il tempo dedicato. Se ci si rende conto di necessitare di importanti nozioni di base, si colmino prima queste lacune e ci si reintroduca soltanto dopo nel dibattito, non si può pretendere che l'interocutore ci insegni l'abc. Può effettivamente accadare di rendersi conto, alla fine, che l'interlocutore sia un troll, che effettivamente non abbia  detto nulla non volendo dire nulla, a questo punto l'irritazione è legittima, ma solo ad avvenuta dimostrazione di tale dato di fatto.