di Kerry Wyler
(traduzione dall’inglese di Francesca Brencio)
Lasciatemi chiarire: non sono vegana perchè “amo gli animali”. Piuttosto il veganismo riguarda la giustizia. Non è una “scelta di stile di vita”. Non è una “preferenza personale” (*). Il veganesimo non riguarda per niente solo te o me. È una questione intorno al diritto fondamentale dei non-umani di non essere usati, appropriati, etichettati, marchiati, schiavizzati, sfruttati e in generale modificati per servire i nostri interessi e comodità.
Sono stata motiva a scrivere questo... ieri come il risultato di due osservazioni. In primo luogo, molti non vegani chiamano se stessi amanti degli animali. Ciò che intendono con questa espressione è che amano i loro animali da compagnia e probabilmente amano l’idea “Disneyficata” degli altri animali, ma chiaramente la parola amore è fuor di luogo qui, dato che non ucciderebbero e mangerebbero la carne o le secrezioni di nessuno di coloro che amano. D’altro canto, conosco molti non vegani che non amano i non-umani, non hanno nulla a che fare con essi, non hanno alcun desiderio di interagire con loro, e professano liberamente che non ne amerebbero mai nemmeno uno. Queste persone hanno spesso reagito al mio veganesimo con l’espressione “Wow, devi davvero amare li animale, eh?” Beh, sì, ho amato molti non-umani ma questo non ha davvero nulla a che vedere con il perché io sono vegana. E in verità, non credo sia d’aiuto per nessun vegano esser inquadrato in questi termini. Tutto ciò produce sulle persone l’impressione che è solo una “mia cosa” (una preferenza personale o una scelta di stile di vita) e ciò produce come risultato che queste persone possano sentirsi esonerati dal diventare vegani, come se davvero fosse una cosa che non si applica a loro; invece, stiamo parlando di un imperativo etico, non di una preferenza personale.
Non mi astengo dal mozzicare cani, calciare bambini o urlare insulti razziali perché è una mia preferenza personale. Mi astengo dal fare queste cose perchè non sono etiche e dannose. Sono eticamente obbligata ad astenermi dal causare un danno, e allo stesso modo lo è anche chiunque altro. Lo stesso accade per il veganesimo – la sola differenza è che siamo stati abituati a pensare che è accettabile sottoporre esser senzienti alla sofferenza e a una morte terribile e prematura per il nostro cibo; che è normale trascinare un vitello impaurito via da sua madre subito dopo la sua nascita, e che è accettabile convertire questa madre in lutto in una macchina da latte per anni e poi macinarla in hamburger quando è diventata troppo esausta per prenderne ancora. Non è normale, non è accettabile, e non è difendibile. L’alternativa a ciò – il veganesimo – è davvero il minimo a cui siamo obbligati per loro. TUTTI fra noi, non solo “gli amanti degli animali .
(*) ndr: comunque la si pensi, si può parlare di semplice preferenza personale solamente laddove non vi siano vittime. Questo al di là della questione relativa al rapporto con gli animali.
Versione originale in inglese:
"Let me clarify: I am not a vegan because I "love animals". Rather, veganism is about justice. It is not a "lifestyle choice". It is not a "personal preference". Veganism is not about you or me at all. It is about the fundamental right of nonhumans not to be used, owned, labeled, branded, enslaved, exploited and generally commodified to serve our interests and convenience. I was motivated to write this yesterday as a result of two observations. Firstly, many non-vegans call themselves animal lovers. What they mean by this is that they love their animal companions and probably love a "Disneyfied" idea of other animals, but clearly the word love is misplaced here, since they wouldn't kill and eat the flesh and secretions if anyone they love. On the other hand, I know several non-vegans who don't like nonhumans, don't have anything to do with them, have no desire to interact with them, and freely profess that they could never love one. These people have often reacted to my veganism with expressions such as "Wow, so you must really love animals, huh?" Well, yes, I have loved many nonhumans, but that has nothing whatsoever to do with why I am a vegan. And I don't actually think it's helpful for any vegan to frame it in those terms. All that does is give people the impression that it's just "my thing" (personal preference or lifestyle choice) and that as a result they can feel exempted from going vegan, as it doesn't really apply to them; whereas we're talking about an ethical imperative, not a personal preference. I don't refrain from beating dogs, kicking children or yelling racial slurs because it's my personal preference. I refrain from doing these things because they are unethical and harmful. I am ethically obligated to refrain from causing such harm, and so is everyone else. The same goes with veganism - the only difference is that we have been socialized into thinking that it is acceptable to put sentient beings through suffering and a frightening, premature death for our food; that it is normal to drag a frightened calf away from his mother shortly after birth, and that it is acceptable to turn this grieving mother into a milking mashine for years and then grind her into hamburger when she's too exhausted to take it anymore. It is not normal, it is not acceptable, and it is not defensible. The alternative to this - veganism - is the very minimum we owe them. ALL of us, not just "animal lovers" – Kerry Wyler