Vorrei qui mettere a dibattito a titolo di brainstorming alcune questioni.
Innanzitutto penso che sia importante comprendere come la stepchild adoption sia stata una scelta linguistica o inglesismo molto infelice (per usare un eufemismo) in quanto, incomprensibile ai più senza ulteriore approfondimento, si è prestata alle manipolazioni più indecorose per non far passare il ddl Cirinnà nella sua completezza. La stepchild adoption (adozione del figliastro o adozione in casi particolari) generalmente si riferisce alla seguente situazione: due adulti formano una nuova famiglia e uno di loro o entrambi portano un figlio avuto da una precedente relazione (si può trattare di divorzi, separazioni o morte di un coniuge quindi). Nel ddl Cirinna si desidera estendere questa possibilità alle coppie omosessuali (anche se in realtà il tutto è più complesso, si veda la nota "Z" a fondo pagina), quindi impossibile intravedere un qualsiasi nesso con la questione dell’utero in affitto, che però viene tirato in ballo come elemento delegittimante. Il ddl non è nemmeno una legittimazione delle adozioni omosessuali in generale (per quanto io sia favorevole pure a queste, come anche al matrimonio omosessuale vero e proprio). Sulla base degli studi a nostra disposizione sarebbe anche antiscientifico sostenere che i bambini che crescono all'interno di coppie omosessuali abbiano svantaggi rispetto alle coppie eterosessuali (lasciando da parte eventuali discriminazioni da parte della società, e in questo caso non saremmo dovuti arrivare neppure ai matrimoni misti).
Purtroppo alcune questioni vengono a mio avviso indebitamente e con evidenti salti logici confuse e messe nel mucchio non solo in ambienti di clericalismo bigotto ma pure in ambienti atei sedicenti progressisti. Per quanto riguarda i secondi si corre pure il rischio di sentirsi definire quali “bigotte liberticide” per il semplice fatto che alcune posizioni siano casualmente coincidenti con quelle cattoliche (una variante dell’ad Hitlerum: Hitler dipingeva quindi pure dipingere è criminale). Un modo spiccio per evitare di entrare nel dettaglio appoggiandosi alla più sterile metafisica (almeno nell’accezione peggiorativa del termine): si attribuisce all’interlocutore una visione “mariana” del corpo umano e al contempo ci si appella ad astratti principi di libertà e autodeterminazione, che possono significare, detti così, tutto e niente. Mi riferisco alle questioni liberalizzazione/"regolamentazione" della prostituzione (approfondimento al Nr. 355) e utero in affitto o gpa a seconda della valenza politico sociale che si intende dare (al quale ricorrono sia etero che omosessuali), per giustificare le quali ho visto mettere in ballo praticamente tutto, dal frequentissimo argomento del “pomodoro” a paralleli del tutto inadeguati e mistificanti con la legge 194/"aborto" o il divorzio o l'eutanasia (più in basso entro nel dettaglio).
A me inquieta che si scambino le lotte femministe degli anni sessanta e settanta con il concetto neoliberista della sessualità oggetto di libero mercato e intesa come libertà oppure vendita/affitto degli organi - oggetto di libero mercato - come libertà. Ricordo che la libertà del mercato sessuale un tempo in Italia era organizzata perfettamente, c'erano i bordelli con tanto di "impresari", massimo della legalizzazione ( esistevano prima del femminismo e non sono certo una "conquista" di esso ), e che la lotta per la libertà sessuale non ha significato lottare per poter lavorare in un bordello ma lottare per essere libere di fare sesso con chi si vuole senza stigma sociale, ovvero uscire dal classico SCHEMA o stereotipo di donna puttana da una parte e donna santa dall'altra (la donna puttana del bordello e la prostituzione al patriarcato è andata sempre benissimo, come il bordello stesso, strumento privilegiato di controllo delle donne e della loro sessualità, e infatti è stata durissima la lotta per chiudere i bordelli - si leggano gli atti del tempo, esilaranti in molte parti ) che doveva essere ben distinta dalla moglie pura, quella che il sesso lo fa solo per figliare o assecondare i desideri del marito. Oggi invece di puntare all'implementazione delle pari opportunità nel senso piu ampio del termine (che uniche permettono di parlare di libertà di scelta vera e propria) si cerca di far nuovamente intendere (retrocessione culturale e pure analfabetismo funzionale, incapace di tenere conto dei dati a disposizione su un fenomeno***) che libertà è libertà di mettere il proprio corpo su un libero mercato o vendere/affittare un organo su un libero mercato ( sono d'accordo solo se senza compenso e come con i reni, facendo mia uno a uno la posizione di Cristina Gramolini, oppure qualora vengano realmente soddisfatti criteri come evidenziati più in basso). La questione del semplice "rimborso spese" può inoltre celare e di fatto si cela (date le cifre di cui si parla) un commercio a tutti gli effetti. Ricordo inoltre che l'emancipazione della donna e quindi la sua libertà spesso coincide (o ha coinciso storicamente) con l'emancipazione economica, senza la quale è davvero difficile fare libere scelte. Stesso dicasi per il diritto all'istruzione.
Sull'approccio storico del femminismo alla prostituzione propongo questa bella sintesi: http://www.altrodiritto.unifi.it/ricerche/devianza/acri/cap4.htm
Ora, io sono d’accordo con le adozioni omosessuali ed etero (quando i bambini non si comprano o vendono al maggior offerente), sono favorevole all'eutanasia (quando nessuno mi paga per togliermi la vita: magari potrei decidere di farlo in "piena libertà" e su base contrattuale per ottenere un qualche premio e far ereditare i miei figli laddove per il sistema sanitario ne conseguirebbe comunque un risparmio), sono favorevole alla 194/aborto se nessuno mi paga per indurmi ad abortire (magari un ex compagno che subordina contrattualmente l'importo all’interruzione di gravidanza e io accetto in “piena libertà” contrattuale di abortire dietro compenso; al contrario lo stato dovrebbe rimuovere ogni ostacolo in direzione libera scelta, come previsto nell'ottimo testo di legge della 194) , sono favorevole al matrimonio (quando il marito o la moglie non si acquistano – infatti i matrimoni degli stranieri con europei stipulati per denaro per avere la cittadinanza non sono ammessi , pure se gli europei in piena libertà accettano del denaro in cambio e vorrebbero magari metterlo a contratto per la validità del matrimonio), non accetterei che contrattualmente qualcuno potesse lavorare senza protezioni adeguate in una miniera o senza giorni di riposo o ferie nonostante lo desideri e lo firmi in "autonomia e autodeterminazione", non vieto la prostituzione (che significherebbe colpire le donne, criminalizzarle e stigmatizzarle, attraverso assurde multe o peggio ancora: in Italia infatti non è vietata e nessuno la vuole vietare. La prostituzione è già legale, e i cosiddetti pro-legalizzazione, mentendo spudoratamente, mirano di fatto solo a depenalizzare il reato di sfruttamento e induzione: ad esempio in Italia è possibile affittare un appartamento a una sex worker a prezzi di mercato, ma non come in Germania una stanza a 150 Euro al giorno in uno dei grandi bordelli che stanno nascendo come i funghi con immensi guadagni dei proprietari. Proprio di recente un bel documentario a Presa Diretta, link a fondo pagina, laddove alcune/i "pro-legalizzazione" hanno in rete diffamato persino le vittime, ex prostitute, designate in vario modo come bigotte e bigotti pure gli intervistatori), a prescindere dal fatto che per qualche donna possa essere davvero una scelta consapevole (nessuno lo nega), ma impedisco che si crei un sistema prostituente neoliberista che di fatto (attraverso la tassazione in Italia ahimè già in atto - lo stato a diventare pappone lucrando pure sul corpo della donna - e un sistema di "supporto" attraverso la depenalizzazione del reato di sfruttamento, che si concretizza come in Germania in "impresari" papponi che gestiscono in vario modo le case di piacere - si veda l'esempio citato sotto del Paradise - contribuendo anche all'aumento della tratta) la consideri un lavoro non a rischio come un altro (pericolo evidenziato anche nel rapporto EU del 2014 dove i Paesi Bassi, esempio classico di depenalizzazione del reato di sfruttamento e induzione, compaiono come la prima destinazione delle vittime della tratta di esseri umani) anzichè puntare alle pari opportunita in senso ampio (da cui effettiva libertà di scelta). E sono favorevole alla donazione di un rene in quanto la regolamentazione attuale non prevedendone il commercio, ovvero la libertà di mercato, esclude lo sfruttamento dei più disgraziati di questo pianeta, garantendo al contempo la libertà individuale e la scelta personale di donare a chi ne ha bisogno. E infatti una legge stringente e non fantoccio simile a quella che regolamenta la donazione del rene mi troverebbe d'accordo per quanto riguarda la questione gpa.
Humpty Dumpty entra in scena quando volutamente si opera confusione tra vita privata e vita del mercato, tra libertà individuale o personale nelle piu svariate forme e libertà del mercato nelle piu svariate forme. I confini possono non essere sempre netti ma il trucco consiste nell'identificare 1:1 libertà del mercato e libertà inerente alla sfera privata. Altro trucco, far intendere che l'interlocutore consideri "vile" il denaro di per sè (farla passare per una questione morale di stampo vetero-comunista) laddove a dibattito sono solo le eventuali conseguenze di determinate politiche di mercato.
Qualcuno potrà dire: ma ci si vende già ad un marito ricco! E simili amenità. La chiamo in genere etica al ribasso (ad esempio abolire l'articolo 18 sulla base del fatto o argomentazione che non tutti ne godono anzichè estendere le tutele o determinate tutele a tutti, come nella maggior parte degli stati europei), far prostituire tutte a qualsiasi livello (senza neppure le enormi tutele derivanti da un matrimonio in caso di separazione o morte del coniuge ad esempio) anzichè lottare per limitare il fenomeno. Inoltre ipocrisia e inganno non hanno nulla a che fare con analisi sociologiche strutturali riguardanti sistemi basati su sfruttamento e disuguaglianze economiche, di genere, di potere. Nonchè contesti di violenza, immigrazione, povertà. Sempre nel quadro dell'etica al ribasso inserisco questa obiezione nella quale mi sono talora imbattuta: "perchè allora non vi schierate anche contro la sperimentazione ovviamente volontaria su cavie umane pagate a questo fine? (necessaria e prevista per legge prima della commercializzazione di un qualsiasi farmaco)" (ndr. in Italia è permesso solo un rimborso mi risulta). Mi pare questa obiezione abbia a che fare con il dilemma del carrello ferroviario o del male minore, il rischio di pochi volontari contro il rischio di milioni di persone che ingerirebbero farmaci non testati. Il dilemma a mio avviso rimane ma la "contropartita" (la salute di milioni di persone) non è paraganabile al caso preso in oggetto (non avere un figlio non comporta un danno alla salute e non è un diritto esigibile nel caso possa comportare danni a terzi). A prescindere dal fatto che forse (da verificare) i volontari abbiano già qualche malattia per la quale sono disposti a sperimentare nuovi farmaci. L'obiezione ulteriore riguardante la "vendita" di spermatozoi oppure ovuli a mio parere è parimenti insussistente in quanto non paragonabile ad una gravidanza di nove mesi con nascita finale di un bambino con tutto quello che questo comporta sia da un punto di vista fisico che psicologico (si veda più in basso l'argomento del "pomodoro"). Se volessimo tradurre il tutto in termini di "carrellologia" vedremmo anche il carrello tranquillamente deviato verso il gruppo di persone anziche verso il singolo. E dal ponte verrebbero spinti mille uomini grassi per salvarne uno.
Io penso semplicemente che non tutto possa essere ridotto a merce e che certi discorsi sulla libertà di mercificarsi costituiscano un passo indietro di secoli, il famoso trucco del nuovo che avanza (irrenzimento di parte del movimento femminista, magari con vestitino pseudoanarchico) come trucco retorico per retrocedere, e tutto questo in un'ottica ben piu ampia di neoliberismo rampante. Altra via, che di certo non è a dibattito, e non dovrebbe meravigliare in ottica neoliberista: offrire a chi si prostituisce, o desideri lavorare all'interno di un sistema prostituente come quello descritto, o desideri affittare l’utero, un percorso di studi e un lavoro al di fuori del mondo della prostituzione. Non sussiste interesse? Si rifiuta? Bene, via libera. Si scelga! A mio avviso questa sarebbe una buona legge, se a tutti costi si volesse legiferare in merito. Ne siamo ben lontani e una simile regolamentazione non sarà mai a dibattito, per ovvi motivi (l’interesse non riguarda la tutela della donna e la sua effettiva libertà di scelta ma il prodotto, la merce di scambio. Le donne continuano per alcuni versi a essere considerate poco più che animali, infatti non vedo tutte queste battaglie per la commercializzazione dei propri reni - possibile darli a terzi solo a titolo gratuito - in nome di questa fantomatica libertà). Rifiutare di prendere in considerazione questo tipo di proposte significa a mio avviso nutrire il più profondo disprezzo per il concetto di libertà e autodeterminazione, in quanto soltanto l'offerta di tali alternative potrebbe escludere la presenza di costrizione e sfruttamento. Eventuali proposte miranti ad avere come candidate persone genericamente dotate di reddito e autosufficienti potrebbero essere considerate a mio avviso serie solamente qualora si entri nel dettaglio e nel momento in cui venga accertato che abbiano ad esempio un lavoro a tempo pieno e indeterminato. Una legge non fantoccio è quella regola la donazione dei reni.
Aggiungo, in una società ideale, dove le pari opportunità ampiamente intese fossero raggiunte e quindi anche una concreta libertà di scelta, non avrei problemi a “liberalizzare” ulteriormente alcune cose, difficilmente qui e ora, visto anche che in alcuni “civilissimi” paesi come la Germania la tratta pare addirittura aumentata (riporto piu in basso un rapporto EU dove non a caso alla fine si consiglia il modello svedese e gli svedesi, come si sa, sono tra i popoli piu bigotti e liberticidi della terra. Si dice addirittura che il troppo welfare li abbia fatti diventare tristi). La stessa polizia afferma che è più difficile combattere la tratta in quanto i confini tra sfruttamento "legale" e sfruttamento illegale sono diventati labili.
Desidero brevemente entrare nel merito anche del famoso e frequentissimo “argomento del pomodoro” (la prostituzione è un lavoro come un altro, magari più “faticoso”, come la raccolta dei pomodori, approfondimento al n. 355), citando liberamente un mio contatto (Giulia):
Mi viene in mente solo l'ovvio, ovvero che il lavoro umile e pesante consiste comunque nel pagare per un prodotto, non nell' alienare il proprio corpo e la propria sessualità (che sono elementi importanti per l'identità personale) dedicandoli al piacere altrui, annullando se stesse. Il proprio corpo e la propria sessualità non dovrebbero fungere da prodotto come i pomodori o come il lavoro di una cameriera. Questo perché riguardano ambiti propri dell'identità intima e personale dell'essere umano. Quando si parla di cose come corpo e sesso, è solo l'autodeterminazione veramente libera (NON CONDIZIONATA dai soldi e situazioni esterne come difficoltà e degrado, ma solo dal proprio piacere) a dover contare. Se persino ambiti così importanti per l'individuo e la sua formazione vengono considerati prodotti che chi ha soldi ha diritto di comprare, facciamo un passo contro i diritti umani. Perché quelli per me sono considerabili come ambiti dove denaro, potere e classi sociali non dovrebbero entrare, solo regno del singolo e della sua formazione e crescita personale come individuo. Altrimenti sarebbe come sacrificare la libertà a godere e vivere liberamente il proprio corpo e la propria sessualità di alcune categorie, per vari motivi poste nella condizione di vendersi e che in alcuni casi arrivano persino a ritenere una fortuna di poter vendere al piacere altrui quello che dovrebbe far parte della propria individualità come persona libera, autodeterminata e con dei diritti base. Corpo e sessualità sono campi speciali (non a caso lo stupro, nonostante non comporti necessariamente danni fisici o ferite è punito molto severamente, più di un fenomeno di capolarato, non a caso toccare una donna - magari sul posto di lavoro - ai genitali non è equivalente a toccarle un braccio o un piede e può comportare, oggi, gravi sanzioni: il mancato riconoscimento di questa fondamentale particolarità può portare a gravissimi casi di minimizzazione e quindi giustificazione dei frequenti casi di cronaca e nel rapporto EU riportato a fine pagina vengono citati i legami tra mancato riconoscimento e discriminazione di genere), e non sono merce, sono tra quelle cose che si considerano basilari se vogliamo identificare l'individuo e i suoi diritti umani. E non a caso i diritti non sono in vendita e non sono soggetti alle leggi di mercato. Se ne può parlare, ma fare paragoni con il cogliere pomodori vuol dire non provare nemmeno a capire cosa vuol dire vendere il proprio corpo e la propria sessualità affinché chi è più fortunato ne faccia ciò che preferisce. Qui risponderebbero come i pappagalli :" eh ma chi lo fa perché le piace?? " e giù a ripetere le stesse cose... Che se a una minoranza piace non cambia le cose né possiamo guardare ad un fenomeno economico fatto nella stragrande maggioranza dei casi di violenza e ingiustizie immaginando prostitute felici, inoltre non si spiega perché sono quasi tutte donne e straniere in situazioni di degrado se è una scelta come un'altra ecc. Ormai il copione si scrive da solo. I soliti pappagalli seguendo questo schema potrebbero quindi ancora aggiungere "eh beh ... ma anche nella raccolta del pomodoro esiste lo sfruttamento!!11! ". Certo, ma lo sfruttamento consiste nel lavorare magari 14 ore al giorno per due euro l'ora e non nel tipo di lavoro che si viene chiamati a fare, laddove la prostituzione (come da rapporto EU) può condurre di per sè a danni psicologici permanenti anche ad attività terminata.
Un mirabile esempio, da manuale, del pericolosissimo argomento del pomodoro (variante dell'indifferenziata: stupri, prostituzione e lavoro in fabbrica mescolati insieme) lo troviamo in un articolo di Federica Bianchi comparso sull'Espresso del 4 marzo ("In difesa della gestazione per altri"): "...in questi posti una madre surrogata non sta messa peggio (anzi!) di una signora delle pulizie (ripetutamente maltrattata e sottopagat), di un operaio in fabbrica o magari di una studentessa universitaria (recenti i casi di giovani donne regolarmente violentate e poi uccise impunemente nella tanto sbandierata India). Dunque il problema non è la Gpa in se ma lo sono la mentalità e le leggi del paese in tutte le sue espressioni ...". L'autrice dimentica che il fenomeno della prostituzione è molto esteso anche in Europa e che in alcuni paesi, come evidenziato, la liberalizzazione ha addirittura peggiorato la situazione. Paesi civilissimi come Germania e Olanda dove la tratta è addirittura aumentata. Sempre nello stesso articolo si trova un altro appeal to emotion da manuale: "..che una madre senza utero o una coppia di uomini debba accettare il fatto che la natura abbia deciso per loro ...": certamente un argomento che compare in ambienti religiosi e quindi destinato a far presa sugli anticlericali di professione (quelli del "se lo dice il Papa è falso se lo dice Odifreddi è giusto", sempre a prescindere), ma nelle discussioni serie a dibattito sono i limiti della nostra libertà quando comincia a ledere direttamente o indirettamente quelli altrui. E non le possibilità offerte da scienza e tecnologia. Bello e giusto poter trapiantare un rene a chi ne ha bisogno attraverso un donatore, meno bello se i più disgraziati del mondo o del nostro stesso paese vengono indotti a venderli per campare. Da cui una regolamentazione in cui il mercato viene tenuto da parte pur preservando la libertà individuale o personale. Vale a dire scienza a favore dell'umanità e non contro di essa. Ma la scienza è neutra, sta a noi farne l'utilizzo migliore.
Da quanto esposto si può capire perchè molti movimenti femministi anche in Italia condividano le mie posizioni. Ricordo volentieri che i movimenti femministi della storia, o grandi femministe della storia, a partire da Mary Wollstonecraft, o le suffragette, trovarono accaniti oppositori nelle donne stesse. Oggi viviamo tutte sui diritti ottenuti grazie all'impegno di quelle donne coraggiose che seppero e vollero sottolineare le mistificazioni del proprio tempo. Purtroppo i sistemi prostituenti escono da una finestra e sono sempre pronti a entrarne da un altra.
Si veda anche il N. 323 soprattutto nella seconda parte, fondamentale per comprendere alcune considerazioni di base. Amartya Sen e il concetto di libertà individuale come impegno sociale.
Il miglior articolo che ho sinora letto sul tema "utero in affitto" è a mio avviso quello di Sonia Caporossi in quanto pone le giuste domande: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=125446&typeb=0&utero-in-affitto-diritto-e-desiderio-una-posizione-filosofica
Opinioni al riguardo sono benvenute nel gruppo FB di Fallacie Logiche.
la posizione di Cristina Gramolini:
*** rapporto EU (da leggere per INTERO al fine di avere un quadro complessivo) in cui viene consigliato il modello svedese come lotta alla prostituzione. "I Paesi Bassi sono la prima destinazione delle vittime della tratta di esseri umani". Fondamentale leggere tutti i dati per non avere un approccio (pseudo) metafisico alla questione (il ragno baconiano che si tesse la tela da solo). Trovo del tutto comprensibile che le associazioni dei sex workers attacchino in modo anche veemente il contenuto di tale relazione, in quanto il modello svedese di fatto porta all'impedimento dell'esercizio dell'attività (colpendo gli acquirenti che a loro volta rendono possibile la tratta ...) e se ne può parlare. Quello che non è ammissibile è pero la minimizzazione se non negazione dei fenomeni indicati (qualche firmatario lo si trova sempre, come nel campo del negazionismo dei cambiamenti climatici di natura antropica) e il non voler riconoscere che forme di liberalizzazione come in Germania e Olanda hanno addirittura aumentato la tratta, oltre a non aver migliorato la situazione delle prostitute.
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A7-2014-0071+0+DOC+XML+V0//IT
sotto un estratto da un Dossier di "Internazionale" del 2015.
("Z")
http://www.ilpost.it/2016/02/11/la-stepchild-adoption-esiste-gia/
Documentario a Presa Diretta (2016)
http://www.raiplay.it/video/2016/09/Case-chiuse-d56ce6de-4aa5-433b-b286-2998a68bf91d.html