397. Cospirazione animale o costipazione animale?

Serie: libri reazionari e dove trovarli.

Una accozzaglia di pseudopensieri raccattati qua e là, laddove nel pubblicizzare il libro si fa passare l’idea che si tratti di antispecismo politico (una corrente di pensiero radicalmente diversa). Ma è soprattutto una pubblicazione intrinsecamente reazionaria che riporta la lotta indietro di decenni, non perchè l’attivismo non si componga di tanti aspetti diversi e importanti ma perchè non è possibile assimilare l’illegalità – o comunque metodi ai limiti estremi per il grado di rottura – ovvero l’azione diretta e le sue conseguenze (carcere, processi, morte, vite rovinate economicamente e socialmente) a ogni possibile aspetto, a un raduno con un cartello appeso al collo “io protesto”. “Persino un libro”: ovviamente il suo, di questo maschilista che ha fatto ormai dell’autoreferenzialità una bandiera. L’antispecismo reso barzelletta (imbarazzo appunto), arrovellamento esistenziale, e innocuo come una bottiglia di birra vuota.

“(…) basta pensare alla parola “femminista”: le femministe mica la snobbano, di solito – ma ormai è compromessa perché è associata a un attivismo pietistico e trasversale, che pretende di distinguere sempre e comunque la questione animale da tutte le altre forme di ineguaglianza che attraversano la nostra organizzazione sociale. (…)”

(Il passaggio – basato su paragoni fallaci – si trova sia nel libro che in una autorecensione sul sito “Tropico del cancro” del grande genio maschile)

L’unica cosa compromessa è il neurone liberale che possiede. L’ecofemminismo infatti è attivo fin dagli anni ‘60. Il fine autore cita la carnazzara Butler ma si guarda bene dal citare sia la variegata corrente di cui sopra sia femministe antispeciste come Carol Adams da molti decenni sul campo (vegana, ha operato il nesso tra patriarcato, specismo, capitalismo e colonialismo razzista). Un insulto alle lunghissime lotte femministe (che quasi sempre hanno avuto un retroterra culturale di sinistra) che sono costate galera, esclusione sociale, economica e culturale, violenza infinita.

Per non parlare dello snaturamento dell’antispecismo politico a cagate pseudopoetiche e imbarazzanti come l’imbarazzo.

Tra tante recensioni e pubblicità servili e servilistiche non sarà un problema incassare questa.

Agli ultimi o primi posti in prestigiose classifiche citate dallo stesso genio, insieme alle tante cose di Venezia belle da vedere.

Immagine: la fine pubblicazione di Marco Reggio