“L’uomo religioso è pronto ad accettare qualunque fatto evidente. Il razionalismo è costretto dal suo credo a negare, se necessario, l’evidenza” (Gilbert K. Chesterton)
La frase è chiaramente assurda, ma talvolta sono le cose più banali a richiedere spiegazioni dettagliate. Quanto dirò nulla ha a che vedere con la Fede, che rispetto, ma solo con i modi erronei e fallaci di propagandarla con l’evidente intento di polarizzare il campo.
Un po’ di brainstorming. 1) Innanzitutto quale è il fine? Perché tale rovescismo? La questione è oltremodo interessante. Nella società moderna nessuno più osa contestare il primato della ragione, quindi in un modo o nell’altro bisogna dimostrare di saper ragionare. Quale più grande paradosso quindi che vedere chi basa i propri principi su dei dogmi affannarsi in questo tentativo per acquisire maggiore credibilità ai fini del proselitismo? (la Fede autentica non necessita di questi trucchi)
2) chiarito il fine, resta da chiarire il controsenso e anche da rilevare che la frase potrebbe risultare sensata se formulata nel seguente modo: anche l’uomo religioso può accettare un fatto evidente. Il dogmatismo, inteso sia come fondamento di una religione rivelata che come ideologia o contenuto accettato a prescindere dalla possibilità di una sua verifica, è costretto dal suo credo a negare, se necessario, l’evidenza. Il controsenso sta nel termine razionalismo, usato in malafede al posto di dottrina/ideologia/dogma (da intendersi come sistema chiuso in se stesso e non aggiornabile o revidibile al comparire di nuovi dati). Il razionalismo infatti, come da parola stessa, consiste nell’uso della ragione, ovvero di un approccio scientifico e “neutro” (questo perlomeno a livello ideale) alla realtà che ci circonda sulla base della verifica, laddove a variare non è la necessità di questa ma solo il metodo.
3) La frase potrebbe essere considerata anche un hate speech (ovviamente anche molti atei ne fanno ricorso) in quanto polarizza: voi…noi…voi stupidi….noi intelligenti.
4) interessante il fatto che con evidenza si intenda il miracolo. Ora, il discorso anche qui non è tanto banale. Chi può giudicare chi dice di aver visto Dio o la Madonna? Nessuno e non sarebbe un problema sino a che rimanesse un fatto personale. La fallacia subentra nel momento in cui si cerca di convincere terzi della verità di quanto “sperimentato”, senza che questo possa essere democraticamente “verificato”, è una cosa che si può credere solo sulla parola e che quindi con la razionalità ben poco ha a che fare. Razionale può essere unicamente per colui che ne ha fatto esperienza. Ciò che caratterizza l’uomo di scienza però non è ciò in cui crede, ma c o m e è arrivato a crederci e come ne riesce a rendere conto.
Desidero riportare anche l'illuminante contributo di Giovanni Boaga sull'argomento:
"Aggiungerei che la frase di Chesterton potrebbe essere estesa dal piano religioso a quello del pensiero comune, mettendo in risalto un'altra ragione per la quale un aforisma del genere, pur essendo d'effetto, risulta privo di senso: l'appello all'evidenza. La valutazione della superiorità del pensiero (religioso) comune, che accetta come evidente ciò che spesso il pensiero scientifico non ritiene tale, poggia sull'equivoco che l’evidenza sia un criterio affidabile, mentre non lo è. La scienza ci fornisce moltissimi esempi di come ciò che appare intuitivo ed evidente svela il suo vero volto solo dopo un’analisi razionale e un confronto sperimentale adeguato. E questo fin dal suo nascere, con la corretta interpretazione galileiana del rapporto tra forza e stato di moto, molto meno intuitiva ed evidente dell’idea aristotelica.
Lo sconcerto in cui cadiamo oggi nel manipolare mentalmente i complessi problemi della meccanica quantistica ne è un’altra dimostrazione. Ma quello provato è un disagio dovuto al fatto che siamo dotati di un cervello che l’evoluzione ha plasmato (scusate la metafora finalistica) per risolvere i problemi “quotidiani”. Nella nostra vita non dobbiamo confrontarci direttamente con la struttura atomica e il nostro cervello non è attrezzato per capirla con tutta evidenza. Solo con l’aiuto del pensiero razionale, che prevede matematica a livello “industriale”, riusciamo a farci un’idea di quello che succede senza però cancellare il senso di controintuitività che proviamo"