http://www.rightwingnews.com/culture/nobody-has-a-right-to-charity/
Nel link di cui sopra uno splendido esempio di semplificazione manipolatoria del reale: di rado accade che un paese in condizioni di estrema povertà non sia conseguenza in minore o maggiore misura di una politica colonialista e destabilizzante. E che i cosiddetti “lavoratori” non traggano il proprio benessere, ad esempio, dal business della fame, tanto per riprendere un tema molto attuale. Un tema da sviluppare nel dettaglio è quello relativo a diritto e carità (saranno decisamente benvenuti contributi di questo genere). Nel link riportato chiaramente si insiste sul carattere caritativo di eventuali e quindi facoltativi supporti al povero. Si è ben compreso che la carità è lo strumento più potente per uccidere il diritto.
Il diritto scaturisce da millenni di esperienza umana e si è evoluto di pari passo con la morale, che lungi dall’essere statica si configura come un continuo processo di problem solving in seno alle comunità umane. Sul nostro sito è stato scritto molto al proposito. Si noti inoltre l’enunciato “nessuno ha il diritto alla carità”: un sapiente accostamento dei due concetti fondamentali:
essi sono contrapposti, o diritto o carità. In questo modo si crea l’impressione che possa esistere o essere fatto valere un diritto alla carità, laddove la carità per essere definita tale non puo che essere facoltativa. Il fine: quello di insistere sul fatto che il povero sarebbe sempre tale, in fin dei conti, per propria colpa o mancanza (si veda anche la just world fallacy).