193. Le scarpe più belle



Callicle: E’ proprio questo che voglio dire. Infatti il diritto secondo natura consiste, a mio parere, nel fatto che chi è migliore e più intelligente comandi su chi  è inferiore, e abbia più di lui.

Socrate:  Fermo qui. Che cosa mi rispondi ora? Facciamo conto di essere riuniti, proprio come adesso, in molti nello stesso posto, di avere in comune cibi e bevande in abbondanza e di essere uomini di tutti i tipi, alcuni forti, altri deboli; supponiamo che uno di noi, in quanto medico, conosca meglio degli altri queste cose ma sia, come verosimile, più forte di alcuni e più debole di altri; non è forse evidente che costui, essendo più sapiente di noi tutti, sarà anche, nell’occasione specifica, migliore e più potente?

Callicle: certamente

Socrate: Dovrà quindi avere una parte di questi cibi maggiore rispetto a noi semplicemente in quanto migliore o non spetterà piuttosto a lui il compito di fare le parti in qualità di capo ma, quanto allo spendere e all’impiegare questi cibi per se stesso, non dovrà prendere più della parte che gli spetta, se non vuole essere punito, ma deve averne più di alcuni e meno di altri? E qualora capiti che sia il più debole di tutti, non sarà il migliore ad averne di meno? Non  cosi mio caro?

Callicle: Tu parli di cibi, bevande, medici e mille sciocchezze, ma non sono queste le cose di cui parlo io.

Socrate: non dici forse che chi  è più intelligente è migliore? Si o no?

Callicle: si

Socrate: E non dici che chi  è migliore deve avere di più?

Callicle: ma non mi riferisco né a cibi né a bevande.

Socrate: Capisco. Forse ti riferisci ai vestiti? L’uomo più abile nella tessitura deve forse possedere il mantello più ampio e  andare in giro per la città vestito con la massima varietà ed eleganza?

Callicle: ma quali mantelli?

Socrate: e per quanto riguarda le scarpe,  chiaro che la maggior parte spetta a chi  più intelligente in questo campo e perciò migliore. E’ probabile che sia il calzolaio a dover andare in giro esibendo un numeroso campionario di scarpe della massima bellezza e comodità.

Callicle: ma quali scarpe? Continui a dire sciocchezze.

Socrate: Se non  è di queste cose che parli, forse alludi a queste altre: un contadino, ad esempio, qualora sia un buon conoscitore della terra e un uomo per bene, ha forse il diritto di beneficiare del grosso delle sementi e di impiegare per il suo terreno la massima quantità di semi?

(….)   Callicle: Per gli dei, non la finirai davvero mai di parlare di calzolai, di cardatori, di cuochi e di medici, come se il nostro discorso riguardasse costoro!

Socrate: mi dirai allora in quale genere di cose la maggiore potenza e intelligenza dia il diritto di avere una parte maggiore di quella degli altri?

Callicle: E’ da tempo che te lo vado dicendo: tanto per cominciare quando io parlo di migliori non mi riferisco né a calzolai né ai cuochi, ma a coloro che sono dotati di intelligenza nell’amministrare lo stato e sanno in che modo questo possa essere bene governato e che non siano solo intelligenti ma anche coraggiosi, in modo tale da essere in grado di portare a termine ciò che hanno concepito senza desistere a causa della mollezza d’animo.

Socrate: (…) Io invece ti rimprovero il contrario, cioè che non ti esprimi mai negli stessi termini riguardo agli stessi argomenti; prima dici che essere migliori e più potenti significa essere più forti, poi più saggi, e ora torni alla carica con una affermazione ancora diversa; sono le persone più coraggiose che vengono da te definite piu potenti e migliori.

Callicle: ho già detto che essi sono coloro che hanno intelligenza politica e coraggio. Conviene che costoro abbiano il potere nella città e la giustizia vuole che questi abbiano una parte maggiore degli altri, dico coloro che governano rispetto a coloro che sono governati.

Socrate:  E allora? In rapporto a se stessi che cosa saranno, mio caro, governati o governanti? (…)

(dal “GORGIA” di Platone)