208. TdL



Ho appena letto questo splendido libro di Gustavo Gutierrez, “Teologia della Liberazione”, edizione 2012 con nuova introduzione “Guardare lontano” -  prima edizione: 1971. Ne consiglio vivamente l’acquisto.

Pag. 274/276

“Gesù durante tutta la sua vita pubblica si scontrò coi gruppi di potere del popolo ebraico. Erode, uomo dell’oppressore romano, è chiamato volpe (Lc 13,32). I pubblicani (nota di Silvia: riscuotevano i tributi per l’occupatore romano), guardati dal popolo come collaboratori del potere politico dominante, sono posti fra i peccatori (Mt 9,10;21,31; Lc 5,30; 7,34). I sadducei (nota di Silvia: rappresentavano l’aristocrazia delle antiche famiglie, nell'ambito delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti, nonché, in particolare, il Sommo Sacerdote) sono coscienti che Gesù pone in pericolo la loro situazione ufficiale e di privilegio (…) La sua critica contro la religione fatta di regole e di osservanze puramente esteriori lo metterà violentemente contro i farisei (nota di Silvia: i farisei erano il gruppo religioso più significativo all’interno del giudaismo, pare considerassero vincolante non solo la Legge Scritta ma anche quella orale). Gesù riprenderà la grande tradizione profetica e reclamerà l’autenticità del culto in base a disposizioni personali profonde, alla creazione di una vera fraternità fra gli uomini e a impegni reali in favore degli altri, specialmente dei piu bisognosi. Gesù accompagna infatti questa critica ad una frontale opposizione ai ricchi e potenti, assieme ad una radicale opzione per i poveri (…) Il Gran Sinedrio ha delle ragioni di ordine religioso per condannare un uomo che pretende di essere Figlio di Dio. Ma ha anche delle ragioni di ordine politico: l’insegnamento di Gesù e il suo ascendente sul popolo minano la situazione di privilegio e di potere in cui si trovavano i grandi del popolo ebraico. Questi motivi politici si saldavano con altri riportati dalla stessa autorità romana: la pretesa di Messia e di Re del popolo giudaico (nota di Silvia: forse accusa di zelotismo, anche se lo zelotismo ai tempi di Gesu viene messo in discussione da taluni studiosi. Gli zeloti erano grandi nazionalisti, feroci oppositori della dominazione romana).”

Pag. 99

“(…) Fino ad ora la preoccupazione della prassi sociale nel pensiero teologico non ha dato sufficiente importanza a questi elementi. In ambienti cristiani si sono avute e si hanno delle difficoltà a cogliere l’originalità, la specificità del settore politico. Si mise l’accento sulla vita privata e sulla cura nel coltivare i valori intimisti; si relegava il politico al secondo piano, sullo sdrucciolevole e poco consistente terreno nel ‘bene comune’. Il che serviva, al massimo, all’elaborazione di una ‘pastorale sociale’, basata sul ‘sentimento sociale’ che ogni cristiano che si rispettava doveva possedere. Cosi si restava paghi di una approssimativa interpretazione, moralistica e umanizzante della realtà, a spese di una conoscenza scientifica, oggettiva e strutturale, dei meccanismi socio-economici e della dinamica storica.”

Nel testo vi sono ovviamente  molti capitoli più squisitamente teologici, ad esempio vertenti sul concetto di peccato e salvezza. Per questo motivo consiglio vivamente la lettura  soprattutto ai credenti: il confronto, anche solo in termini di Conoscenza, mi pare obbligatorio.