Di Mariagrazia de Totero
La contraddizione performativa o pragmatica si verifica quando l'aspetto proposizionale contraddice quello performativo. Karl Otto Apel sostiene che ognuno dei partecipanti alla conversazione avanza, anche implicitamente, pretese di comprensibilità, verità, veridicità e giustezza. La negazione di una di queste porta inevitabilmente alla contraddizione, come nel caso in cui si asserisca "dico questo senza pretesa di verità" quando riferito all'ipotesi proposta, oppure "io non esisto", che contraddice l'atto del dire.
Un esempio lo fa Domenico Losurdo in La lotta di classe. Una storia politica e filosofica -Editori Laterza- pag. 76 [..] Egli [Nietzsche] non ha torto a sottolineare: in apparenza il << sillogismo>> caro a Socrate è solo una regola formale del discorso, che non persegue particolari obiettivi politici; in realtà nel ricorso al << sillogismo>>, al discorso logico-razionale del quale tutti gli uomini possono essere partecipi e che dunque ben si distingue dalla rivelazione esoterica e aristocratica di una verità sapienziale, sono insite micidiali <<coltellate>> plebee (Crepuscolo degli idoli, Il problema Socrate, 7).
E cioè, il << sillogismo>> ovvero il discorso logico-razionale non è politicamente più puro del discorso sapienziale. il confronto tra questi due tipi di discorso produce il medesimo risultato che è emerso dal confronto tra i due tipi di << pregiudizio>> (illuministico e antilluministico): il discorso logico -razionale è capace di confutare se stesso e di comprendere quanto di valido ci potrebbe essere nell'altro tipo di discorso ; di un'analoga operazione non è capace il discorso sapienzale.
Non a caso, per misurarsi polemicamente con Socrate, Nietzsche cade in una contraddizione performativa: cerca di dimostrare il carattere benefico del privilegio aristocratico facendo ricorso anche lui all'argomentazione logica, che per definizione mette tutti gli intelocutori sullo stesso piano ed esclude ogni privilegio; avvalendosi di argomenti logico-razionali, il campione del <<radicalismo aristocratico>> discredita in qualche modo il discorso sapienzale e finisce con l'infliggere anche lui quelle << coltellate>> plebee che condanna in Socrate.