“L’Italia non può permettere l’ingresso incontrollato e indiscriminato sul suo territorio nazionale a chiunque desideri entrarvi: e tanto meno a chi desidera entrarvi - come spesso accade -, invece che bussando alla porta, passando dalla finestra.” (E.P., Consigliere Comunale, su Vercelli Oggi)
In logica si parlerebbe di fallacia logica dello “straw man” (prendere in considerazione non la tesi altrui in versione originale ma una tesi deformata ad arte ed attribuita all’interlocutore al fine di poterla piú facilmente demolire).
Chiunque potrá infatti facilmente verificare come nessuna corrente politica si sia mai fatta portavoce dell’istanza di cui sopra. Diverse correnti politiche e la Chiesa Cattolica si fanno invece portavoci del seguente concetto, che taluni paiono aborrire:
(anno 2009) “ Dalle pagine del quotidiano dei Vescovi italiani, “Avvenire”, Marina Corradi ha ribadito che “nessuna politica di controllo della immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino”. “Esiste una legge del mare – ha aggiunto –, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: DIRITTO D’ASILO, ACCOGLIENZA, RESPINGIMENTO. Poi. Ma le vite, si salvano”. “E invece quel barcone vuoto – non il primo arrivato come un relitto di morte alla soglia delle nostre acque – dice del farsi avanti, tra le coste africane e Malta, di un’altra legge”, “la nuova legge del non vedere”, si legge nell'editoriale di “Avvenire”. Durante il nazismo quando venivano deportati gli ebrei, ha sottolineato la Corradi, “erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo. L’Occidente a occhi chiusi”
Quello che poi talune correnti politiche lamentano è l’ipocrisia di chi da una parte esprime commossa partecipazione e dolore per la tragedia ma dall’altra provvede ad incriminare i sopravvissuti. Si noti inoltre, andando oltre la questione etica, per quanto fondamentale, che l’introduzione nel 2009 del reato di clandestinità non è stata rilevante per i flussi di immigrazione irregolare. Secondo dati Censis nei primi 8 mesi del 2013 sono giunte in Italia 21.241 persone mentre nel 2012 sono state 15.570.
Quindi pensare che sanzioni pecuniarie possano intimidire persone che fuggono da guerra e/o fame è innanzitutto una abile manovra populistica, atta ad individuare il famoso “nemico comune” e di certo non una lungimirante azione politica. Senza voler prendere qui in considerazione l’inutile intasamento degli uffici giudiziari.
http://www.vercellioggi.it/dett_news.asp?id=51523