da F.F. Calemi/M.P. Paoletti (“Cattive argomentazioni come riconoscerle”)
“Ulteriore fallacia causale è quella della confusione tra la causa prossima e la causa remota. Tutti ricordiamo la canzone per bambini che recita ‘per fare un tavolo ci vuole il legno’. In essa si ripercorre una fantomatica catena causale che, in un primo momento, termina in un fiore ma che poi riprende per portare a un esito ameno. Ovviamente la canzoncina non ha reali pretese di verità ma la sua struttura regressiva ci porta a sollevare un quesito di non poco conto: quando è lecito fermarsi nel ripercorrere la catena causale che porta alla realizzazione di un dato effetto?
Non esiste una risposta univoca a questo interrogativo ed è compito dei filosofi della scienza tentare di risolvere la questione. In questa sede ci basterà raccomandare al lettore di effettuare le dovute attribuzioni causali cum grano salis. Riconosciamo che non sempre è facile farlo, ma ci sono casi eclatanti in cui opera indubbiamente la confusione tra la causa prossima e la causa remota e che, proprio per via del loro parossismo, possono aiutare nel discernimento.
Si consideri in che modo, nell’esempio seguente, Mario aggredisce verbalmente sua moglie Anna: “Vedi cosa hai fatto? Se tu non avessi invitato tua madre a cena, non avremmo litigato, e io non sarei uscito di casa pieno di rabbia, non avrei guidato furioso, avrei rispettato lo stop e non avrei fracassato la macchina. E’ tutta colpa tua” (…)