di Giuseppe Prete
Ammiro le persone pazienti
La pazienza una delle virtù più sconosciute all’indole di molti, compresa la mia. La pazienza è, indubbiamente, un esercizio che rafforza tutti coloro che la praticano o quanto meno tentano di coltivarla. Innanzitutto consente di ottenere una diversa percezione del tempo. Infatti è proprio delle persone pazienti conferire al tempo una diversa durata, permettendo agli eventi di fluire secondo il loro naturale corso, senza creare attriti o forzature. L’impazienza, per contro, è “irrispettosa” poiché esige “tutto e subito” con la medesima insistenza con cui un picchio logora il tronco di una pianta: un tipico atteggiamento infantile, che con ostinata recalcitranza violenta i tempi naturali degli accadimenti.
Ma perché si è così impazienti? Una delle ragioni profonde può essere riconducibile all’autoreferenzialismo, per cui il mondo e le persone devono adattarsi ai nostri tempi e alle nostre esigenze, subordinando tutto il resto a queste ultime. Questo tipo di approccio risulta essere una vera e propria lente distorta con cui si interpreta la realtà in quanto non la osserva, cogliendone attentamente le sfumature, bensì ne produce, il più delle volte del tutto inconsciamente, una parallela, inesistente poiché del tutto soggettiva. Questa disfunzione interpretativa è riconducibile anche ad un’insicurezza di fondo. Infatti per ottenere un risultato, in qualunque ambito, bisogna sapere aspettare. Tuttavia, si sa che l’attesa produce quantità di tempo in cui si è inconsapevoli di come andranno le cose, in cui le variabili non sono prevedibili e controllabili, ed è proprio in queste fasi delicate che non bisogna forzare gli eventi ma essere capaci di pazientare: in alcune circostanze prendere iniziative è solo un rischio inutile e dannoso.
Dopotutto, secondo l’etimologia del termine, pazientare significa avere la capacità di “subire”, non per viltà o mancanza di reattività ma per lungimiranza. Un “subire”- ma anche più genericamente “sentire” - che guarda avanti, che prepara e capitalizza i risultati futuri. Un’azione silenziosa e immobile che non si dimena alla ricerca di soluzioni immediate ma sa ponderare e discernere, sostenibile esclusivamente da chi possiede una temprata forza d’animo. E non è un caso che tutte le persone sagge siano anche pazienti. Come suggeriva sapientemente E. De Filippo nella commedia “Napoli milionaria”: “Ha da passà 'a nuttata”.