IL CERVELLO PLASTICO di Jan H. Robertson
qui a seguito riportiamo alcuni passi che costituiscono una meravigliosa integrazione della posizione del genetista Barbujani sul tema INTELLIGENZA (e anche una conferma).
(pag. 181)
(…) Ecco la prova concreta che quanto impariamo da bambini scolpisce fisicamente il nostro cervello e ne condiziona radicalmente il funzionamento. Questo risultato è tanto più soprendente se si considera che le donne istruite, il cui cervello era così diverso da quello delle donne analfabete, avevano soltanto quattro anni di istruzione alle spalle. Immaginate dunque quale sarebbe il divario dopo quindici o vent’anni di studio (…)
(pag. 196 – 200)
(…) Una bassa scolarizzazione inibisce l’intelligenza e limita l’intelletto dei bambini per tutta la vita (…) In altre parole, la loro intelligenza viene compromessa, in quanto le sinapsi del loro cervello non vengono plasmate come accadrebbe se ci fossero insegnanti validi ed esperti (…) Alcuni eminenti accademici ritengono che l’intelligenza sia quasi interamente dovuta a fattori genetici. Questa ipotesi, tuttavia, non va d’accordo con un quoziente intellettivo che cresce o diminuisce a seconda del tipo di stimolazione con cui il cervello infantile viene sottoposto. Va comunque notato che le interazioni tra geni e l’ambiente sono di natura così complessa che quest’evidenza non è esaustiva del fatto che l’ambiente esterno abbia un effetto dominante sull’intelligenza. Un test critico sull’importanza dell’esperienza e dell’ambiente consisterebbe nel togliere bambini a famiglie povere - di basso stato socio-economico (SES) – e farli adottare da famiglie di alto SES e viceversa. Questo studio è stato effettivamente condotto in Francia e ha fornito la prova decisiva della tesi che l’intelligenza è condizionata dall’ambiente (…) In altre parole, l’ambiente aveva un effetto sull’intelligenza altrettanto importante, se paragonato all’eredita biologica. Questo è esattamente il tipo di previsione che deriva dall’ipotesi di un cervello plasmabile dalla scultura dell’esperienza.
Naturalmente il parametro di SES è un indicatore molto grossolano del grado di stimolazione da parte dell’ambiente familiare. Alcune famiglie molto povere offrono ai loro bambini un ambiente estremamente stimolante e intuitivamente sono molto attenti alla qualità dell’input cerebrale. All’opposto, molte famiglie benestanti spesso sono del tutto insensibili all’appetito sinaptico del cervello dei loro figli. In quest’ottica, i risultati dello studio francese sulle adozioni sono assai significativi, e lo sarebbero stati ancor più se i ricercatori avessero potuto studiare la qualità delle interazioni e della stimolazione in queste famiglie. Dove ciò è stato possibile, sono state messe in luce influenze dell’ambiente sull’intelligenza ancora maggiori rispetto ai risultati ottenuti misurando solo il paramentro SES (…) La difficoltà nel determinare quanto un particolare comportamento sia influenzato dai geni è che ogni singolo effetto può essere misurato solo in un particolare ambiente (…)
Dunque, quando oggetto di studio è la complessità del comportamento umano, è impossibile quantificare con assoluta certezza l’influenza genetica: una qualsiasi stima percentuale è soggetta ad un errore dovuto al particolare ambiente entro cui gli effetti di natura genetica vengono misurati. Ciò vale anche per il gene dell’intelligenza IGF2R: se questo sia responsabile per il 10 per cento o per il 90 per cento della variabilità dell’intelligenza nei diversi individui non può essere stabilito come una costante universale, in quanto il risultato dipende dall’ambiente in cui vengono effettuate le misurazioni (…)
Rilevante invece è l’enorme potenziale del cervello umano esposto alla scultura da parte dell’esperienza e dell’insegnamento, e non esiste un veto facilmente individuabile di natura genetica alle nostre aspettative su ciò che la scultura cerebrale può ottenere. I governi, le società, le scuole e i genitori possono fare davvero molto per influenzare il cervello dei bambini.
(pag. 42)
(…) L’ovvia domanda è: i musicisti che si sono esercitati più assiduamente sono quelli con l’area cerebrale dedicata alla mano sinistra più sviluppata? La risposta è no. Ciò che ha determinato le dimensioni di quell’area cerebrale è l’età a cui hanno iniziato a suonare il loro strumento (…)
n.d. r. Una delle piu recenti e interessanti ricerche sul cervello plastico
http://www.scienzainrete.it/files/i_forconi_della_genetica.pdf