358. Fallacia della similitudine estesa

Fallacia della similitudine estesa. 

 

Di Fabio Rossi

 

Si definisce "fallacia della similitudine estesa" il ragionamento, o discorso, nel quale vengono impropriamente accostati due concetti simili per alcune caratteristiche ma cercando di attribuire all'uno anche le caratteristiche dell'altro per le quali i due concetti in realtà differiscono.

Sappiamo dalla geometria euclidea che due poligoni possono essere uguali, simili o semplicemente differenti.

Saranno uguali se e solo se saranno uguali tutti i loro componenti, angoli, lati, diagonali, superfici.

Il concetto di similitudine implica pertanto, al contrario del concetto di uguaglianza, delle disuguaglianze.

Allo stesso modo due concetti simili possono essere accostati solo per la caratteristica che li accomuna.

Un esempio evidente di fallacia della similitudine estesa è il cavallo di battaglia di certa destra xenofoba: "chi viene a casa nostra deve rispettare le nostre tradizioni".

È un discorso tanto persuadente quanto fallace.

Infatti, seppure il concetto di Patria o Nazione ha molti aspetti in comune con quello di casa come l'appartenenza o il fatto di costituire in entrambi i casi il luogo in cui si vive è differente per una caratteristica fondamentale: la proprietà. Mentre la casa/abitazione/domicilio costituisce proprietà privata e rientra nell'ambito del diritto privato la Nazione è bene pubblico che rientra invece nell'ambito del diritto pubblico, con le differenze che ne conseguono.

Più precisamente la Costituzione recita:

"Art. 42

La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.

La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti[...]"

Inoltre, Secondo la nozione dell'art. 832, la proprietà è "il diritto di godere e disporre della cosa in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico."

Per quanto riguarda invece il concetto di Nazione, essa è un bene pubblico o quanto meno un insieme di beni pubblici che, in quanto tali, prevedono la non escludibilità nella fruizione.

Le implicazioni della confusione fra i due ambiti sono evidentemente gravi, costituendo ideologicamente una "espropriazione" di ciò che è di tutti a favore di una parte.

Anche la seconda parte dell'affermazione riportata in esempio pecca della stessa fallacia:"...deve rispettare le nostre tradizioni". 

Innanzi tutto va notato che il termine "rispettare" genera confusione per le possibili interpretazioni. Rispettare nel senso di non arrecare offesa o di osservare?

Nel primo caso non è chiara la necessità statistica di un discorso del genere, nel secondo si dovrebbe notare che il dovere di rispetto, inteso come attiva osservanza è riferibile solo alle leggi dello Stato.

Ovvero, sotto l'aspetto linguistico, si "rispettano" le tradizioni e si "rispettano" le leggi(similitudine) ma mentre il rispetto delle tradizioni è volontario e facoltativo il rispetto delle leggi è obbligatorio.

Attribuire obbligatorietà al concetto di rispetto delle tradizioni sarebbe, ancora una volta, pericoloso per la democrazia. Cosa implicherebbe infatti l'imposizione di tradizioni,ad esempio, religiose come battesimo, matrimonio, ecc? Senza giri di parole una dittatura.