37. Feyerabend e Aristotele a confronto
da "Ammazzando il Tempo", di P. Feyerabend, pag. 197/198, Editori Laterza (...) tornando a considerare questo episodio, ne ricavo che un carattere morale non si crea attraverso discussioni,l'educazione o un atto di volontà, e nemmeno attrave...rso alcun tipo di azione pianificata, sia essa scientifica, politica o artistica. Come il vero amore essa è un dono, non una conquista, dipende da fatti contingenti come l'affetto dei genitori, un certo tipo di stabilità, amicizie e da un certo delicato equilibrio tra fiducia in se stessi e attenzione per gli altri. Possiamo creare le condizioni che favoriscono tale equilibrio, non l'equilibrio in sè. Colpa, responsabilità, dovere, queste idee hanno senso quando l'equilibrio esiste: sono parole vuote, persino ostacoli, quando l'equilibrio manca.
Ma cosa possiamo fare in un periodo come il nostro che non ha ancora raggiunto l'equilibrio? che possiamo fare con i nostri criminali, i loro giudici e giustizieri, quando i filosofi, i poeti, i profeti che provano a costringerci nei loro schemi, e quando noi stessi,collaboratori, vittime o semplici spettatori, siamo ancora in uno stato barbarico? la risposta è ovvia: con poche eccezioni noi agiremo in modo barbarico, puniremo, uccideremo, opporremo guerra a guerra, professori a studenti, "leader intellettuali" al pubblico e ognuno di essi contro l altro, parlermo di trasgressioni in termini morali altisonanti e domanderemo che violazioni della legge vengano proibite con la forza. Ma mentre continuiamo le nostre vite in questa maniera dovremmo almeno provare a dare una possibilita ai nostri figli (...) La responsabilità presuppone che si conoscano alternative, che si sappia come scegliere tra loro e che questa conoscenza venga usata per disfarsene, per vigliaccheria, opportunismo o fervore ideologico".
da Etica a Nicomaco, Aristotele, Ed. Bombiani, Libro II, la virtù ha come presupposto l'abitudine.
"la virtù è dunque di due specie, dianoetica ed etica: quella dianoetica trae in larga misura la sua origine e la sua crescita dall'insegnamento, ragion per cui ha bisogno di esperienza e di tempo; la virtù etica, invece, deriva dall'abitudine, dalla quale ha preso anche il nome con una piccola modificazione rispetto alla parola "abitudine". Da ciò risulta che nessuna delle virtu etiche nasce in noi per natura, infatti, nulla di ciò che è per natura puo assumere abitudini ad essa contrarie: per esempio la pietra che per natura si porta verso il basso non può abituarsi a portarsi verso l'alto....Invece acquistiamo le virtù con un'attività precedente, come avviene anche per le altre arti. Infatti, le cose che bisogna avere appreso prima di farle, noi le apprendiamo facendole: per esempio, si diventa costruttori costruendo e suonatori di cetra suonando la cetra. Ebbene, cosi anche compiendo azioni giuste diventiamo giusti, azioni temperate temperanti, azioni coraggiose coraggiosi.
Ne è conferma ciò che accade nelle città: i legislatori infatti, rendono buoni i cittadini creando in loro determinate abitudini, e questo è il disegno di ogni legislatore...non è piccola dunque la differenza tra l'essere abituati subito, fin da piccoli, in un modo piuttosto che un altro; al contrario, c'è una differenza grandissima, anzi è tutto.