043. straw man, relativismo e democrazia

Fallacia logica dello «strawman», o dell'uomo di paglia: Tale fallacia consiste nel costruirsi un uomo di paglia, per poi facilmente distruggerlo, ovvero  nel presentare una determinata posizione in modo deviato o riduttivo, quindi procedere a discutere le tesi altrui sulla base di tale ricostruzione (diventata un uomo di paglia, debole, facilmente attaccabile) che non corrisponde a quella originale, dell' interlocutore o dell' autore di riferimento: X dice Z e Y. Z e Y sono sciocchezze. Dunque quel che X dice è una sciocchezza. Laddove Z e Y non corrispondono alla tesi originale ma sono l' uomo di paglia.

Un tipico caso di straw man sono gli attacchi alle correnti filosofiche di impronta  relativista (tante e tanto diverse quante sono le religioni, per cui parlare in generale di relativismo equivale ad identificare sul piano del contenuto cristianesimo, buddhismo, islam, induismo...laddove l'unico punto in comune è che il divino, anche ammesso che esista, non sia conoscibile), sulla base di argomenti del seguente genere: “secondo il relativismo tutto va bene, quindi  se vengono picchiati i bambini down è colpa del relativismo”. “secondo il relativismo tutto è giusto, quindi se non vi sono valori è colpa del  relativismo” “secondo il relativismo male e bene sono la stessa cosa, quindi per i  relativisti anche vita e morte sono la stessa cosa, ovvio che appoggino il  testamento biologico”. Agiscono per "impulso del momento", "non riconoscono un'autorità o un testo che dica loro infallibilmente cosa sia bene e cosa male, sono quindi nell'impossibilità di discernere".

Orbene il padre del relativismo è Protagora, che non solo mai disse che nella nostra vita  tutto è uguale, ma fondó un’etica solidissima intesa quale utile per la collettivitá. Fu infatti il redattore della costituzione democratica della colonia di Turi. I sistemi etici  delle correnti relativiste nel contesto di uno straw man non vengono ovviamente MAI né esposti né menzionati. In genere non viene neanche citato il filosofo di riferimento ,  laddove le differenze all' interno di uno stesso concetto generale possono essere rilevanti (posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno, dal criticismo, dall'empirismo e dal pragmatismo.) Altrimenti non sarebbe uno straw man.

Il Vaticano fa in continuazione uso di questo straw man per il semplice fatto che il relativismo in generale nega la possibilità di accedere a o di conoscere una Verità assoluta ed in questo senso ne potrebbe mettere in discussione l' intero fondamento quale istituzione. È chiaro che chi sostiene l' importanza della 194, del testamento biologico o della contraccezione, non lo fa in quanto “tutto è uguale”, ma sulla base di motivazioni ragionate. Senza contare il fatto che chi picchia il compagno di classe o il bambino down, o chi evade il fisco...difficilmente può essere considerato un relativista… di cui non conosce neanche il termine….ma solo un maleducato o un criminale. Corretto è quindi parlare, per taluni fenomeni di superficialità e maleducazione, di opinionismo (si veda il Nr. 11 per le differenze), vale a dire la pratica diffusa a voler e poter dire qualsiasi cosa senza doverla giustificare/motivare razionalmente e soprattutto senza avere un’elementare cultura di base che permetta di cogliere nessi e connessi.

In uno dei tanti siti di fondamentalisti religiosi leggo: "(...) ma mai nessuna che proponesse che va bene tutto, che ogni uomo é misura di tutte le cose e quindi che ogni idea é valida per il solo fatto di essere formulata (...)":  Perfetta sintesi di ció di cui si é parlato sopra. Affermare che l'uomo é misura di tutte le cose significa  essere dell'avviso che non possa intervenire o non intervenga  un ultraterreno o un terzo non di questa terra o suo rappresentante in terra  a giudicare una determinata questione, che solo gli uomini possano farlo o lo facciano. Circa gli Dei Protagora sospende il giudizio, la motivazione é nota.  Le idee non sono valide poi per il solo fatto di essere formulate, una cosa é infatti permettere che una determinata idea venga formulata, altra accettarla senza disamina accurata, verifiche incrociate tra le parti  (rimando al Nr. 11 nonché a tutti i brani riguardanti il processo abduttivo nonché nozione di veritá). Abbbiamo quindi un eccellente esempio di disonestá intellettuale.


Lo straw man è spesso associato alla fallacia logica o argomentum ad baculum:

Se x accetta P come vero, allora si ha Q

Q é la punizione per X
Quindi P non é vero
(si veda il caso con il bambino down)

Le fallacie logiche dovrebbero essere insegnate a partire dalla scuola elementare.

Centinaia sono invero le correnti filosofiche che si sono succedute nel corso della storia: quelle maggiormente a dibattito "qui ed ora" lo sono in genere per due motivi:

1) servono a legittimare un potere esistente
2) potrebbero delegittimarlo.

Il relativismo, avversato da tutte le religioni monoteiste e continuamente soggetto ad arbitrarie e strumentali interpretazioni, avulse sia dal contesto storico in cui è nato, sia dalle coordinate logiche dei padri di detto pensiero sia dalla valutazione degli ambiti in cui esso si è esplicato e si esplica, trova, come gia esposto, una delle sue espressioni piu alte in Protagora, e non rappresenta altro che il nostro sistema democratico, vale a dire la perfetta sintesi e implementazione di esperienze secolari.

La democrazia poggia infatti sulle pari opportunitá conferite al pensiero di ciascuno,  espresso attraverso il voto, partiti, associazioni, movimenti,  e confluente in  una regola basata sul volere della maggioranza (regola migliore ad oggi non é nota: le minoranze, ovvero l'opposizione, hanno in parlamento la fondamentale funzione di controllare e mettere in discussione su base razionale l'operato e le idee della maggioranza, perseguendo quindi cambiamenti che non necessitino del ricorso alla violenza).  Il relativismo quindi è la chiave, in ogni modo la migliore sinora conosciuta, per mettere a dibattito il pensiero di tutti,  al fine di giungere a delle regole condivise. La REGOLA CONDIVISA è  il fine del profondo CONNUBIO relativismo/democrazia (ma si faccia attenzione a non cadere nell'opinionismo,  confondendo le pari opportunitá conferite sul piano politico - voto e libertá di espressione  -  con il  diverso valore probatorio da attribuire alle diverse opinioni nel contesto della pubblica discussione basata sul diritto/dovere di rendiconto ovvero sulla necessitá della verifica incrociata (si veda il punto N. 11 del Menu), fulcro del dibattito democratico, al fine del discernimento della veritá e dell'individuazione di regole comuni. Non a caso Amy Guttmann disse che senza istruzione, corretta informazione e formazione di coscienza civica il pericolo é quello di  una dittatura della maggioranza.
http://www.emsf.rai.it/articoli/articoli.asp?d=29

Se guardiamo all' antica Grecia noteremo come uno dei migliori amici di Pericle (il discorso agli ateniesi rimane una delle piu straordinarie testimonianze di civiltá di tutti i tempi) fu  Protagora, incaricato di redigere la costituzione democratica di Turi, e non è un caso che l' attivita dei sofisti si esplichi nel periodo di maggior fulgore della democrazia ateniese, forse unico vero esempio nella storia di democrazia diretta (Menu, Nr. 44).

Questo a dimostrazione che il connubio relativismo/democrazia è inscindibile.

La degenerazione morale odierna di cui tanto si parla (giovani amorali, mancanza di valori et cetera) non dipende  dal relativismo, che  presuppone il rispetto del pensiero e della dignità degli altri al pari della nostra, bensì anche dalla dimenticanza della genesi storica attraverso cui determinate regole e valori sono sorti. Ad entrare in gioco è  quella che io chiamo la trasparenza dei valori: siamo in una societa lontana da una grande guerra. Paradossalmente morte e distruzione portano alla resurrezione e valorizzazione dei principi fondamentali dell essere umano, che in periodi di relativobenessere tende ad obliarli. Per non parlare della deriva oclocratica della società odierna, intesa come un governo di masse volutamente tenute nell' ignoranza da un potere che mira esclusivamente all autolegittimazione.

Vi è una precisa strategia politica in questo senso: dalla scelta dei programmi televisivi, alla riduzione dell' obbligo scolastico,alla cancellazione della geografia dagli istituti professionali...in genere anche in campo scolastico una tendenza alla specializzazione estrema del sapere a scapito della cultura generale che unica puo formare un cittadino o meglio una coscienza civica.

Un quesito che viene spesso posto è il seguente: quale è il fondamento dell' etica e come garantire che delle decisioni collettive siano buone anziche malvage, poiché a mancare è un punto di riferimento assoluto? Comincio con un preambolo. I valori generalissimi di amore, fratellanza, giustizia, bene, non sono certo una prerogativa delle dottrine religiose, non sono stati da esse inventati e non hanno sede nell'iperuranio o perlomeno non è dimostrabile. L uomo è un animale sociale, come tale può vivere soltanto in comunità, al di fuori della quale perirebbe: il riconoscere l' omicidio, il furto, l' aggressione quale reato, ossia fattore destabilizzante per il vivere in gruppo, come sempre riscontrabile in ogni comunità umana, significa fondare un'etica basata sulla ragione e sull'esperienza, laddove l'interesse della collettivita coincide con quello del singolo individuo. In questo senso non vi è differenza alcuna tra credenti e non credenti, soltanto che i primi ritrovano questi valori come "assoluti" nei Comandamenti, i secondi li fanno derivare da considerazioni basate sull'esperienza, su cui i Comandamenti si basano... Il problema nasce per entrambi i gruppi al momento dell' applicazione pratica di tali principi (il Vangelo, il Corano, il Talmud infatti dicono di amare il prossimo, ma non dicono ad esempio se la guerra in Iraq sia giusta, se sia giusto respingere una nave di immigrati, vale a dire il principio generale di amore per il prossimo o fratellanza necessita di interpretazione e conoscenza specifica - knlowledge as duty (Punto N. 51 del Menu)  -  caso per caso, per i credenti e per i non credenti) e dell' estensione di tali principi dal gruppo piu piccolo a quello piu grande (famiglia, quartiere, paese, nazione mondo, laddove quindi una visione cosmopolita della società  significherebbe l' eliminazione di ogni conflittualita umana). Si veda il punto 32 del Menu.

La mia risposta è: in nessuno dei due casi vi puo essere una garanzia, in quanto il punto di partenza è identico. Nel caso dei credenti vi è però il problema costituito dal fatto che l' interpretazione di detti valori viene ufficialmente affidato a terzi, un'istituzione religiosa considerata in molti casi come infallibile, da cui l' impossibilita di un aggiornamento o revisione su base abduttiva delle nostre credenze al sopraggiungere di nuovi dati o fattori. A ciò si aggiunga il pericolo della strumentalizzazione e il pericolo che la considerazione di un determinato valore come assoluto possa portare all' affermazione autoritaria di esso, da cui spesso nella storia il connubio valore assoluto/autoritarismo. Mai alcun governo autoritario ebbe a proprio  motto "la mia opinione vale quanto la tua" ma ben  piú spesso "Gott ist mit uns". E con principio assoluto intendo sia principi di natura religiosa che non, vale a dire principi considerati quale La Verità.

Concludo affermando che il relativismo è la massima espressione del principio "ama il prossimo tuo come te stesso", consideralo uguale, rispettalo come uguale, non ergerti al di sopra di esso, pur confrontandoti con esso,  ma sii umile e uno tra i tanti per il bene di tutti. Il prossimo infatti non è un ente astratto o puramente fisico, ma anche e soprattutto ciò che pensa.