046. Le stronzate

LE STRONZATE, saggio filosofico di Harry Frankfurt

Il saggio filosofico di Harry Frankfurt "Stronzate"  parte dalla definizione di stronzata, che non è una verità ma nemmeno una menzogna. Il fenomeno è devastante per la sua proliferazione in tutti i campi, politico, televisivo e giornalistico. La stronzata inquina il dialogo e ogni anelito all'oggettività. Poichè è per sua natura estraniante e spesso comica, alla stronzata si risponde spesso con un'altra stronzata. La gran quantità di strumenti di comunicazione e l'incontrollabilità delle fonti e notizie hanno sparso la stronzata come se fosse un virus della comunicazione contemporanea. Per raggiungere un determinato scopo la stronzata è più efficiente della menzogna che ha un suo valore di esattezza in negativo. "La contemporanea proliferazione della stronzata ha anche origini più profonde in svariate forme di scetticismo, secondo le quali non abbiamo alcun accesso affidabile ad una realtà oggettiva, e pertanto non possiamo conoscere la vera realtà oggettiva delle cose" (H.Frankfurt).

Frankfurt distingue la stronzata dalla semplice menzogna: Il bugiardo costruisce coscientemente  un'informazione falsa, ma conosce la verità. A colui che dice una stronzata ("bullshitter") invece la verità non interessa affatto.

Il fine dei "bullshitters" è soprattutto quello di impressionare gli uditori. A differenza del mentitore, che deve conoscere la verità per poterla meglio celare, il "bullshitter" non fa uso alcuno della verità o della nozione di verità. Per questo motivo, Frankfurt afferma che "la stronzata è un nemico della verità più grande della menzogna".

Per Frankfurt la pericolosità della "stronzata" consiste appunto nel diffondere l'idea che è impossibile sapere come stanno veramente le cose. Franca D'Agostini parlerebbe qui di inquinamento della verità.  Ne consegue che qualunque forma di argomentazione critica o analisi intellettuale è legittima, e vera, se è persuasiva. Tutto questo, secondo l'autore, è effetto di una forma di vita culturale in cui le persone sono sovente chiamate, o si sentono chiamate, a parlare di argomenti di cui sanno poco o nulla.

"Per quale diavolo di motivo menti, presidente? Non lo vedi che ti incastrano e affondi. Sparala grossa, più grossa che puoi. Sarai salvo perché le menzogne hanno il difetto di essere false, le stronzate hanno il vantaggio di essere finte: non sono altro che una copia, una copia esatta, più o meno riuscita, di una cosa vera" (dall'articolo "il vestito nuovo del mentitore" di Giuseppe d'Avanzo)