027. Il vero scienziato

27. IL VERO SCIENZIATO

"Ci sono due caratteristiche che ogni vero scienziato possiede e se qualcuno si trova a possederle è certo che col tempo diventerà uno scienziato, sempre che non debba già essere definito tale. Primo: la sua anima deve essere completamente dominata dalla passione per la scoperta della verità in un determinato ambito, senza considerare quale sia il colore di questa verità. In secondo luogo deve possedere un dono naturale per il ragionamento, per il pensiero strettamente rigoroso. Forse un uomo che si fosse abbeverato alla fonte dell'eterna giovinezza non avrebbe bisogno di possedere entrambe queste capacità all'inizio della sua carriera: egli diventerebbe inevitabilmente uno scienziato, perchè alla fine l'incessante azione dell'esperienza produrrebbe in lui queste due capacità. In una certa misura possiamo vedere che questo effetto si è prodotto sull'uomo civilizzato nel suo complesso durante il corso della storia (...) Mi sforzerò di parlare solo di quegli uomini che hanno speso le migliori energie della loro vita per il lavoro, a volte fino anche a soccombere sotto il peso di un tale sforzo. Per quanto riguarda la loro devozione alla verità, devo ricordare che sono sempre stati uomini seri e previdenti, per come li ho conosciuti, e non si sarebbero mai imbarcati in un'impresa senza aver calcolato attentamente le diverse eventualità. Perciò nel momento in cui uno di questi uomini decide liberamente di dedicare la sua vita e il suo intero essere alla ricerca, come molti hanno fatto, di certo ha ben chiare davanti alla sua mente le seguenti considerazioni:


- che si tratta di un lavoro duro e incessante, per lo più di grande difficoltà, in cui gli verrà chiesto di avere a che fare con idioti e canaglie.
- che comporterà un grande dispendio di denaro, se consideriamo tutti i fattori che gli impediranno di arricchirsi
- che non otterrà mai grandi onori, ma al contrario gli verrà attribuita una cattiva reputazione
- che, anche in compagnia di coloro che dichiarano di amare la verità e che dovrebbero stringerselo al cuore come un fratello, troverà individui che lo tratteranno con grande disprezzo e freddezza, soprattutto tra le scienze più riccamente sovvenzionate.
- che non è inverosimile che, dopo aver speso la sua vita intera per la ricerca, possa scoprire di non aver trovato nulla.

Tali considerazioni mostrano che, qualunque cosa questi uomini cercassero, l'hanno cercata in modo sincero. Desideravano forse credere alla dottrina della telepatia in particolare o erano piuttosto dediti alla scoperta della verità, qualunque potesse essere? (...)

(pag. 120 - 123 )Il massimo sforzo di ogni studioso deve essere quello di non farsi influenzare da alcuna tradizione o autorità, nè da alcuna ragione che spinga a credere che i fatti stiano così e così, nè da alcuna fantasia di qualsiasi tipo; dovrà limitarsi a un'osservazione sincera e onesta delle apparenze. Il lettore, da parte sua, deve ripetere su se stesso le osservazioni dell'autore e decidere, in base alle sue personali osservazioni, se il resoconto che l'autore fa delle apparenze sia corretto o meno"

 
pag. 100,  "Esperienza e Percezione", C.S. Peirce, Edizioni ETS