315. Uomo di latta e uomo di paglia

di Alessandro Tavecchio


Riportiamo qui un estratto dell’articolo di Alessandro Tavecchio “La strada per l’inferno è lastricata di mattoni gialli(***):

"La maggior parte delle persone che visita questo blog (***)  è probabilmente familiare con il concetto di strawman, tipicamente reso in italiano con l’agghiacciante traduzione a stampo “uomo di paglia” al posto del più elegante “spaventapasseri”; è quella fallacia logica informale per cui invece di “attaccare” la posizione del proprio “avversario” in un dibattito, gli si attribuisce una posizione o argomentazione che l’altra parte non ha mai sostenuto, ma in modo che sia abbastanza simile da ingannare i tordi. (…)Al contrario di molti, che trovano gli strawman particolarmente insopportabili, o perniciosi, o fastidiosi, non credo che nella maggioranza dei casi gli spaventapasseri siano un grosso problema. In primis, perché, almeno nei circoli in cui giro io, ormai tutti sanno cos’è e non aspettano altro per attribuire questo sofisma agli avversari e ottenere una vittoria per squalifica; in secondo luogo perché, tipicamente, quello che succede dopo che viene eretto un uomo di paglia è il precipitare frettoloso della discussione verso ingiurie varie e accuse di disonestà; e infine perché, forse per ingenuità, forse per paranoia, tendo sempre ad assumere che quando una persona prende le mie parole e ci ricostruisce un fantoccio di fieno completamente diverso lo faccia perché non ha veramente capito niente di quello che sto cercando di dire, e non perché sta disperatamente cercando di guadagnare punti retorici.

Ma nella terra di Oz si aggirano creature ben più dannose di poveri spaventapasseri senza cervello: sto parlando del terribile uomo di latta. L’uomo di paglia è un’argomentazione terribile che nessuno ha mai avuto intenzione di sostenere, che viene inventata soltanto perché l’altra parte abbia qualcosa di semplice da sconfiggere. L’uomo di latta è un’argomentazione terribile che è sostenuta solo da un numero non rappresentativo di persone, che viene tirata in ballo di modo che la controparte abbia qualcosa di semplice da sconfiggere. (…)

La maggior parte delle persone molto religiose che conosco sono perfettamente sane, razionali, moderate, e amano particolarmente i giochi da tavolo: tranne su un numero ben limitato di argomenti non c’è nessuna ragione di conflitto (A meno che non mi costruiscano la Gilda degli Scienziati a 7 Wonders prima di me: lì son cazzi amari).

Diciamo però che un giorno mi sveglio e voglio essere polemico. Vado sulla mia bacheca di Facebook (agorà intellettuale della nazione) e scrivo:

 Sono orgoglioso di essere ateo quando vedo come si atteggiano certi cristiani. Pensano di essere più morali e superiori a tutte le altre religioni, e hanno degli atteggiamenti retrogradi e oscurantisti nei confronti dei diritti delle donne. Gente orribile

Qualche cristiano si sente chiamato in causa e reagisce male, perché si sente accusato di una cosa che effettivamente non è. Il fatto che io abbia usato la parola certi e specificato determinati comportamenti, che deo gratia non si riscontrano nei credenti con cui mi mischio, non è sufficiente a isolarmi da possibili (più o meno giustificati) improperi.
Non ho ancora eseguito questo esperimento empiricamente, ma dubito che la prima risposta sarebbe “ Sì, prego, continua ad odiare questa gente cattiva ipotetica tra cui io non figuro, ergo non mi sento tirato in causa”. Anzi, vista l’accanita vena argomentativa e l’istruzione elevata della gente con cui normalmente mi mischio, mi aspetto che entro il quinto commento compaia la prima accusa di strawman.

Ma non è uno strawman (…) esiste (…)  un numero limitato di persone, non rappresentativo della gente con cui ho a che fare io, ma che esiste comunque; e non è così difficile vederci dietro un “ti piace vincere facile? Ponciponcipopopo’” nella mia scelta di isolare il peggio del peggio (…) Non c’è nessuna implicazione da nessuna parte in questa dichiarazione che dice che questo genere di persone è tipica, quindi non è un problema, no? Giusto? Eh, non proprio. Perché se una affermazione così, fatta nel nulla, può essere un tentativo di centrare una discussione (Che inevitabilmente potrà al massimo essere “venite amici miei atei a ridere di questi poveracci che tanto non corrispondono ad una persona con cui abbiamo realmente a che fare” per sentirci tutti più uniti nel giusto), farla in un contesto significa ri-centrare una categoria (…)

Se mi sono spiegato abbastanza bene, sicuramente avete in mente un sacco di esempi di uomini di latta nei campi più disparati.
Vuoi prendertela coi Veg*? Tira fuori i fruttariani che picchettano i banchetti di Telethon e mi mandano minacce di morte quando scrivo di sperimentazione animale. Vuoi prendertela coi pro-SA? Vai a prendere quelli che fanno della Reductio ad Hitlerum un’arte e vogliono togliere l’assistenza sanitaria a chi non è d’accordo con loro. Vuoi prendertela con le femministe? Trova le accademiche radicali che sostengono che la scienza è maschilista perché l’atto della scoperta è una penetrazione (quindi maschile) nel velo della natura (femminile). Vuoi prendertela con la sinistra? Il tuo riferimento da smontare deve essere l’opinione dei veterostalinisti-leninisti con il poster di Mao. Vuoi prendertela con la destra? Vai ai leggere i blog dei fasci, dopodiché fatti un fake e trolla su stormfront. Di occasioni il web è pieno. (…)

(***) 

http://prosopopea.wordpress.com/2014/12/22/la-strada-per-linferno-e-lastricata-di-mattoni-gialli/