117. Bagarre con capra



Nr. 117 BAGARRE CON CAPRA CAPRA

Qualora vi sia intenzionalità, la bagarre puó essere fatta rientrare nel novero delle fallacie logiche: i partecipanti ad una discussione si esprimono in contemporanea rendendo impossibile a se stessi e agli altri, ivi compresi eventuali spettatori, di focalizzare l’attenzione sul tema proposto. In questo contesto il “ragionamento di fondo” o “regola” è il seguente: piú si parla piú si avrá ragione, una sorta di braccio di ferro nel tenere la parola alzando i toni.

Una particolare variante è presentata da Franca D'Agostini (fallacia esecutiva: agire sulle condizioni): "La più infantile e prevedibile tra le fallacie esecutive consiste nel fare rumore, parlare o ridacchiare mentre il proponente sta esponendo le sue ragioni. E' sorprendente quanto frequentemente venga usata, non soltanto nel dibattito politico, in Parlamento, ma anche, a volte, in sedi insospettabili, come nei congressi scientifici o nelle sedute di laurea. E' una fallacia di uso controversiale, visto che lo scopo non è agire sull'avversario, ma sul convincimento del terzo che ascolta, impedendo o disturbando le stesse condizioni dell'ascolto. Notiamo che anche in questo caso vale la tipica slealtà della fallacia esecutiva: nessuno potrà lamentarsi più di tanto di un rumore apparentemente casuale, o di due persone che ridono o parlano sommessamente, mentre qualcun altro sta parlando. Eppure l'argomentatore fallace sta qui toccando le condizioni ovvie e primarie della possibilità del confronto pubblico, e il fondo di ogni possibilie immoralità intellettuale".

Frequente è l’estremizzazione costituita dal “capra capra” (urlare ed insultare in modo continuativo al fine di impedire alla controparte di prendere posizione, trovata di Vittorio Sgarbi, il piú famoso invettivologo italiano, ció uno “studioso” alla continua ricerca di nuovi insulti). L’intento è anche quello di ridicolizzare l’interlocutore, delegittimandolo in tal modo, oltre a quello principale di troncare la comunicazione (ovvero lo scambio ragionato e motivato di opinioni) laddove per farlo sarebbe sufficiente e auspicabile dichiararlo: “non intendo proseguire”

Sgarbi a Cecchi Paone: “(…) ateo fasullo! Ateo fasullo! Ateo fasullo! (…) parla male di te stesso! Parla male di te stesso! (…) sei una merda secca (…) ridicolo! (…) ignorante! Capra! Non dire cretinate! (…) non ha mai fatto un c. in vita sua capra e ignorante! (…)"

Un ottimo Fini verso metà dicembre 2011: “i pecorai fischiano, non i deputati”.

Sugli stessi eventi un parimenti ottimo L. Bobba:

"Stamattina in Aula alla Camera la Lega ha messo in scena un'indegna gazzarra:liberata dalla camicia di forza di stare al governo, è tornata la Lega delle origini, quella del cappio. Ora sono passati, (vedi intervento di Buonanno) al lanciafiamme. Ma a chi pensano di darla da bere: hanno governato per 10 anni, sono alla testa di molti comuni, Provincie e due grandi Regioni. Altro che forza fuori dal sistema. Per di più scene come quelle di ieri al Senato e oggi alla Camera non fanno che alimentare il pesante discredito che grava sull'istituzione parlamentare. Alla fine quando non si hanno ragioni da far valere democraticamente, si passa ‘al lanciafiamme’