237. Spontaneo un corno




Liberamente tradotto da “Irrationality, The enemy within”, di S. Sutherland

“(…) la spontaneità comunque ha i suoi problemi: sebbene noi ammiriamo le buone azioni spontanee, allo stesso modo disapproviamo quelle spontaneamente cattive. Ad eccezione di circostanze speciali, dimostrare spontaneamente rabbia, frustrazione, depressione o invidia non è cosa gradita. E neppure dovremmo liberare spontaneamente impulsi che condurranno a piccoli vantaggi a breve termine,  richiedendo però grossi costi a lungo termine. Ma come è possibile agire spontaneamente in modo positivo e non farlo spontaneamente in modo negativo? La difficoltà consiste nel fatto che pare impossibile selezionare, senza adeguata considerazione, quali azioni attivare spontaneamente e quali reprimere, ed è impossibile l’una e l’altra cosa insieme, ponderare ed essere spontanei.

Per risolvere questo dilemma torniamo al punto di partenza, ad Aristotele (…). Lui credeva che le persone formino da sé il proprio carattere. Ogni qualvolta resistiamo ad una cattiva azione, diventerà poi piu facile resistere, ed ogni qualvolta facciamo qualcosa di buono, diventerà più facile ripeterlo (n.d.r.: si veda etica a Nicomaco).  Attraverso una assidua pratica le persone possono diventare esseri che spontaneamente agiscono nel giusto modo e spontaneamente evitano il male (…) Vi è evidenza sufficiente per sostenere che praticare un’abitudine contribuisca a renderla spontanea, senza che sia necessario pensarci su: si pensi al modo automatico con il quale un motociclista di lunga data guida.

Ma il consiglio di Aristotele può essere seguito solo dall’uomo razionale, da qualcuno il cui fine sia quello di formare il proprio carattere in un certo modo e che accetti di selezionare con cura i mezzi idonei a tale scopo (n.d.r.: Aristotele dice che l’educazione è tutto, e abbiamo  anche un interessante aggancio quindi al tema del libero arbitrio…interessante  come Aristotele assegni anche alle leggi simile fine). Per mettere se stessi in grado di fare la cosa giusta senza pensarci su, vale a dire senza considerare cosa sia razionale, si deve attraversare un periodo durante il quale si agisce deliberatamente in modo da formare il proprio carattere secondo i propri desideri: e questa in verità è la razionalità”

(n.d.r. : si comprenderà allora quanto siano insensati diversi incitamenti a “seguire il proprio cuore”, il proprio “istinto” e simili. Il termine più adatto è forse pericolosi…e non è un caso che taluni studiosi abbiano definito l’istinto quale esperienza tradotta in azione).