di Chiara Santagada
Oggi, appena poche ore fa, l'amica Silvia Molè ha pubblicato sulle Pagine Costituenda Associazione Radicale Antispecista e fallacielogiche il seguente Post: "Al numero 84 del sito fallacie logiche avevo accennato a quella che secondo me è una errata interpretazione della fallacia etnocentrica, con riferimento agli esseri umani. Riscontro il medesimo errore, in un “misto” con la fallacia pseudorelativista (F. d’Agostini giustamente afferma che una fallacia raramente viene da sola), con riferimento agli animali non umani. Lo schema del ragionamento è il seguente: ogni popolo e ogni essere umano compie delle SCELTE, in base ai propri costumi, tradizioni, principi morali. Per cui si possono uccidere o non uccidere animali, cosi come si decide di avere o non avere sesso, di andare in treno o in aereo, di ascoltare rock o musica classica. A chiunque sará peró chiaro che se alcune “scelte” non comportano vittime, altre ne comportano eccome. Per cui, qualunque siano le motivazioni alla base di determinate scelte, alcune indubbiamente pongono, per via della soppressione di esseri viventi (qualora non equipariamo gli animali a cose) quesiti etici che non si pongono qualora ci sediamo su un treno o su un aereo. Mi pare superfluo sottolineare la pericolositá di tali schemi di pensiero, definibili anche in termini di relativismo etico."
In risposta mi è venuto in mente un racconto che ho scritto più di vent'anni fa che tratta - sia pure in maniera, per così dire, collaterale - lo stesso argomento: la libertà religiosa è un valore assoluto? Ecco perché propongo qui "IL CONTRATTO". Il genere è "fantastico, il contenuto mica tanto...
IL CONTRATTO
- Quello che mi sta proponendo è illegale, signor de Walden.
Goffredo guardò l'avvocato in silenzio. Gli sembrava di non avere niente da dire, mentre le sue dita bianche tamburellavano l'aria attorno ai braccioli di noce massello nazionale della sedia. Vecchia sedia vecchio legno. Vecchio lo studio, vecchio l'edificio e tutto il centro di quella vecchia città abbandonata dal traffico e dagli abitanti, fuggiti sulle colline dove si poteva ancora respirare e vedere il mare in lontananza. C'erano rimasti solo gli uffici, una vita fittizia che non vedeva l'ora di spegnersi, sera dopo sera.
L'avvocato invece era giovane, il più giovane dello studio legale Istros, Istros & Istros. A Goffredo era stato raccomandato esplicitamente. Vai dal giovane, gli aveva detto qualcuno la sera prima all'osteria, è il solo che può fare qualcosa per te. Raccolse gli ultimi sprazzi di energia e disse:
- Se non mi aiuta, esco di qui e mi ammazzo.
- Non è il caso di precipitare. Ho detto che è illegale, non che è impossibile. Comunque, se vuole che l'aiuti deve raccontarmi tutta la storia.
- Non vedo perché. Lei fa il mediatore oppure no? Se la risposta è sì, io ho qualcosa da vendere. Lei procura il compratore, si becca la percentuale e siamo tutti contenti. Se è no, neanche stare a perdere tempo.
- La risposta è sì. Tutte le risposte sono sì, si tranquillizzi. Il motivo per cui m'interesso ai fatti suoi è semplice. Il contratto che tra poco probabilmente le sottoporrò presenta un rischio per me: che lei cambi idea sul più bello e corra a denunciarmi. Non che sia poi questo gran pericolo, so come difendermi da simili eventualità. Ma sarebbe una seccatura. Se invece so quali sono i fatti che l'hanno portata alla sua decisione, potrò rendermi conto della loro gravità e giudicare in merito alla serietà della sua determinazione.
- Ma gli acquirenti ci sono?
- Nessun problema. La domanda supera sempre di molto l'offerta.
- Si tratta di una donna. Una donna giovane. Pensi che quando l'ho conosciuta, sette anni fa, io frequentavo suo madre. Andavo in casa loro perché stavo con la madre. Come posso dire? Ci andavo insieme.
L'avvocato annuì, comprensivo. In simili casi cercava sempre di comunicare solidarietà e partecipazione con gestì del corpo ed espressioni della faccia. Per esperienza sapeva che era meglio non interrompere il venditore. A volte bastava una sfogo completo, avviato da un impulso emotivo inevitabilmente forte, per demotivarlo completamente. In tale eventualità si perdeva una buona provvigione ma si evitavano complicazioni inutili. Altre volte invece capitava che la persona dall'altra parte della massiccia scrivania comprendesse fino in fondo, parlandone, tutta l'insopportabilità della propria condizione e decidesse di imboccare immediatamente la strada senza ritorno del contratto. Secondo l'avvocato l'uomo che gli sedeva di fronte in quel momento apparteneva alla seconda categoria.
- Lei aveva quindici anni. Quindici anni. lo trentanove. Vivevo ancora con mia moglie. Ho due figli, un maschio e una femmina. La femmina ha l'età di Madeleine. Sono stato con Madeleine per sei anni, ci vedevamo tutte le volte che ne avevamo voglia. Era....magnifico. Un anno fa, non so neanche più perché, abbiamo litigato e ci siamo lasciati. Forse voleva che mi decidessi una buona volta a lasciare la famiglia, oppure era stanca di me. lo allora feci il primo grande sbaglio. Pensai che se avessimo avuto un appartamento nostro, per vivere come marito e moglie, lei sarebbe stata contenta e mi avrebbe voluto di nuovo. Siccome non riuscivo a trovare niente di valido da comprare in fretta, mentre mi davo da fare per vendere il mio negozio affittai un monovano. Ci saremmo potuti stare per un po’ noi due soli, come in una casa vera.
L'avvocato pensò rapidamente alla propria casa nuova, cresciuta in mezzo al bosco di quercioli e pini neri grazie agli assegni del papà e del suocero. Scacciò il pensiero. Se voleva continuare con quella attività, che prometteva di emanciparlo in breve dalla dipendenza familiare, non doveva consentirsi di provare alcun sentimento nei confronti delle persone che gli si rivolgevano per un contratto. Non disprezzo, perché generalmente non lo meritavano, ma neppure pietà. Ognuno era responsabile delle proprie scelte e se dava qualcosa lo faceva liberamente, per ricevere qualcos'altro in cambio. Così era giusto che fosse. Forse sarebbe venuto il giorno in cui il legislatore si sarebbe accorto dell'errore in cui era caduto consentendo di vendere e comprare la vita per motivi cultuali ma proibendo di trarre profitto dalla transazione ai terzi disposti a mediare e a curare gli aspetti tecnici. In quel giorno avrebbe potuto permettersi di provare qualcosa per i propri clienti, ma non prima.
- Non c'era il bagno, capisce. Un appartamento senza il bagno. Ha mai sentito niente di simile? lo me ne ero andato da casa e lei aveva fatto lo stesso, ma alla mattina, per lavarsi, faceva una corsa su da sua madre e io mi arrangiavo un po' qua un po' là. Qualche volta andavo perfino da mia moglie. Trovai i compratori per il mio negozio. Con il ricavato avrei acquistato un appartamento bello, elegante, in un bel posto soleggiato. Avrei cercato un lavoro, l'idea non mi spaventava. Non avevo paura di niente se potevo avere Madeleine. Invece il lavoro non l'ho trovato, il negozio l'ho venduto, questo sì, a uno che, dopo l'anticipo - una sciocchezza, sufficiente per tirare avanti una quindicina di giorni – non mi ha dato più un soldo. Certo, mi ha firmato un mucchio grosso così di cambiali, ma le ha lasciate andare in protesto, tanto non possiede niente che si possa pignorare. Il mio negozio lo ha già rivenduto e si è fatto fuori i quattrini. E Madeleine mi ha lasciato di nuovo. Non ho più niente, dal monovano mi hanno dato lo sfratto, non so come pagare i debiti, non so più pensare, né agire, non so nemmeno come farò a mangiare oggi. Non passa giorno senza che pensi di farla finita.
- Potrebbe tornare da sua moglie.
L'avvocato sapeva di aver detto una sciocchezza. L'aveva fatto di proposito, per mettere alla prova, l'ultima prova, l'uomo disperato che gli aveva appena rivelato il proprio fallimento. Era una storia triste, ma non più delle altre che gli erano già passate per le mani. L'ultima, conclusasi appena due giorni prima, aveva riguardato una ragazza che, partita per un viaggio all'estero in perfetta salute, ne era ritornata affetta da una malattia che nessun medico era stato in grado di diagnosticare. Stava morendo, morendo in miseria perché i suoi avevano speso tutto nel tentativo di curarla. Aveva ottenuto una discreta somma, con cui si era pagata il lusso di lasciare i genitori nell'agiatezza, vendendosi ad una setta che l'aveva adoperata come capro espiatorio dei peccati commessi nell'ultimo quinquennio. Non era stata una fine allegra, eppure la polizia, presente come in ogni caso di assembramento su suolo pubblico, non aveva trovato niente da ridire. Secondo la legge l'omicidio rituale rientrava nell'ambito dei diritti religiosi a patto che la vittima fosse consenziente.
L’avvocato sospettava che qualcuno ci provasse perfino gusto a fare il mestiere di vittima. C’era chi nel contratto chiedeva che l'esecuzione avvenisse dopo mesi o addirittura anni dalla firma, così incassava il malloppo e poi viveva a spese del compratore e se la spassava concedendosi tutti i capricci. Era probabile che certuni rimpiangessero di non poter essere sacrificati più di una volta.
- Mia moglie mi riprenderebbe, ne sono sicuro. E mi manterrebbe anche, senza dirmi niente, lo so. Ma io non posso nemmeno pensarci. Non sento più niente per lei. Come contropartita vorrebbe sicuramente che le facessi da marito, ma come potrei? Non mi dice più niente, non provo più niente per lei. E adesso Madeleine - la faccia già bianca di Goffredo de Walden impallidì ancora di più - prova nei miei confronti la stessa indifferenza. Un'affettuosa indifferenza. “Goffredo”, mi ha detto ieri mattina, "mi dispiace tanto per te. Vorrei che tu stessi bene, che fossi contento. Ma non posso più stare con te”. Dovrei costringerla? Cercare di riconquistarla? E come, se non ho più niente?
- Immagino che sarebbe questa signorina la beneficiaria del contratto.
- Voglio che le sia intestata una casa. Quella che da vivo non sono riuscito a darle.
- Potrebbe chiedere che l'attuazione sia differita di qualche tempo, in modo da poter provvedere all'acquisto personalmente.
- No. Io… preferisco che se ne incarichi lei. Credo di non poter più resistere. Non ho idea di come fare per tirare avanti fino a 'sta sera. E domani? Come farò, domani?
- Penso di avere gli acquirenti che fanno al caso suo.
L'avvocato si alzò, diretto allo schedario grigio. Il cassetto più basso aveva un doppio fondo, da cui estrasse un fascio di cartelle.
- Vediamo.. Culto del sole ... I figli degli alberi... Radiazione universale... Le sette si moltiplicano ad una velocità tale ...
Da quando le religioni tradizionali si erano arrese, battute dal modernismo, accanto a quelle inventate di sana pianta negli ultimi anni erano stati rispolverati più o meno tutti gli antichi culti, accolti con entusiasmo dai nostalgici del buon tempo andato. Che tanto tanto buono poi non doveva essere stato, se quasi tutte quelle credenze prevedevano la pratica del sacrificio cruento, preferibilmente umano.
- Ah, ecco! Mi pareva di ricordare…
Goffredo guardò l'avvocato aprire la cartella. O meglio: i suoi occhi lo guardavano, ma la sua mente non era lì. Non avrebbe saputo dire dove fosse andata, ma lì non era.
- Si chiamano Mistero e Purificazione. Celebrano solennemente una volta all'anno, in un villaggio turistico su un'isola privata. E' gente assai ben messa in fatto di quattrini. Offrono una cifra già alta, ma penso che insistendo sul fatto che lei è in buona salute e in età ancora relativamente giovane si potrà ottenere qualcosa in più.
- Cerchi di realizzare il più possibile. Quando e dove devo presentarmi?
- Le confermerò l'affare entro domani. Se tutto sarà a posto, nel pomeriggio tornerà qui a firmare e le verranno forniti tutti i dettagli. Per ora posso dirle solo la data della cerimonia e le modalità.
- Non importa, basta che sia al più presto.
- Entro la settimana corrente.
- Ottimo. Aspetto la sua telefonata.
Lo studio rimase stranamente vuoto. Vuoto di Goffredo e della carica di vitalità che malgrado la sua angoscia ancora lo animava.
Quelli di Mistero e Purificazione ci andavano pesanti anche loro. Il sacrificando veniva prelevato dalla sua capanna e trascinato, nudo, fino al mare, che distava dal villaggio circa tre chilometri. Sulla riva gli adepti lo colpivano con verghe, per trasmettergli magicamente i propri peccati, le proprie malattie, i propri demoni, poi, ancora vivo o quasi, lo legavano e lo caricavano su una barca, che veniva spinta al largo. Quando era abbastanza lontana, un telecomando la faceva saltare in aria. C’erano probabilmente modi migliori per concludere un rapporto difficile con l'esistenza, pensò il giovane avvocato. Ma perché dare via gratis qualcosa per cui si poteva guadagnare tanto bene? Il denaro è importante, chi afferma il contrario mente o non sa quel che dice. E' tanto importante che continua a esserlo anche quando noi non ci siamo più.
Controllò gli appuntamenti. Poteva concedersi una pausa, il tempo che ci voleva per telefonare alla fidanzata. Sarebbe stata contenta di sapere che era in arrivo una ricca provvigione, molto opportuna per finire di arredare il soggiorno della casa sulle colline.
Fece il numero a memoria. Lasciò squillare a lungo, ma lei non rispondeva.
Riappese. Riprovò. Niente. Lei non rispondeva né al fisso né al mobile. Eppure aveva detto di non avere impegni per quel giorno.
Ultimamente era gia successo. Ma quante volte?
Parecchie, gli sembrò di ricordare.
Rimase a guardare il telefono.
Fuori il pomeriggio si dipanava mollemente, fresco e piacevole, molto più bello del solito. Troppo bello, perfino, da un certo punto di vista.