165. Le Pene della Menzogna

Su Sallusti e la diffusione deliberata del falso da parte dei giornalisti: premetto di ritenere che qualsiasi categoria professionale debba rispondere anche penalmente per il proprio operato, ivi compresi i magistrati (peccato che i molti "no" siano qui dipesi dai problemi ad personam di Berlusconi, che non dovrebbero incidere sulla valutazione della questione in generale), i medici, gli avvocati, i traduttori. Quindi anche i giornalisti (anch' essi sono una lobby) qualora diffondano notizie vergognosamente false, magari con scopo di propaganda a favore di stati esteri e relativi baronetti locali. Si può  certamente discutere sull' entità  della pena, se il carcere sia eccessivo o meno. Ma in tutte le notizie televisive da me ascoltate (lieta per testimonianze diverse) si è data l' impressione che la stampa possa dire qualsiasi cosa, anche il FALSO quindi, in nome della libertà  di stampa. E'stato accertato dal tribunale che il giornale di cui Sallusti era responsabile ha detto il FALSO. E qualora un suo collaboratore abbia agito senza permesso Sallusti avrebbe potuto e dovuto segnalarlo, sempre che non valga l'omertá tipica delle associazioni mafiose  (l'articolo era firmato con uno pseudonimo). "Se poi Farina era stato cancellato dall'albo  e pubblicava ugualmente, il fatto è doppiamente grave!" (Cristiana P.) - bel team di professionisti,..qualche recidivo come cavallo forte della scuderia al quale Sallusti permette di scrivere, firmandosi con pseudonimi, dei falsi surreali...belli questi giornali della libera stampa...

In particolare, la giurisprudenza, con una lunga opera di interpretazione, ha elaborato dettagliatamente i limiti di operatività  del diritto di cronaca; le condizioni, cioè, necessarie affinchè  il reato di diffamazione venga scriminato dalla causa di giustificazione in discorso. In sintesi, perchè operi la scriminante, è necessario: a) che vi sia un interesse pubblico alla notizia; b) che i fatti narrati corrispondano a VERITA; c) che l'esposizione dei fatti sia corretta e serena, secondo il principio della continenza. La pena in questione inoltre non riguarda solo la stampa (per il maggior numero di persone in grado di raggiungere) ma anche atti pubblici in generale per il medesimo motivo: Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516 (liberamente e parzialmente ripreso da Wikipedia, si accertino pure le fonti prime).

Quindi a mio parere l' accento andrebbe posto in primis sul fatto che Sallusti, come direttore comunque responsabile (*), ha divulgato un FALSO, anzi una serie incredibile di menzogne, violando non solo la legge ma qualsiasi deontologia professionale (come anche Feltri). Con una nota dell'ufficio stampa della Suprema Corte, la Cassazione ritiene che «è opportuno precisare» aspetti del caso Sallusti «non esattamente evidenziati dalla stampa nei giorni scorsi». Per prima cosa la falsità  della notizia contenuta nell'articolo anonimo attribuito a Sallusti. «Emerge, dalle sentenze dei giudici di merito, che: a) la notizia pubblicata dal quotidiano diretto dal dott. Sallusti - scrive la Cassazione - era FALSA (la giovane non era stata affatto costretta ad abortire, risalendo cioè ad una sua autonoma decisione, e l'intervento del giudice si era reso necessario solo perchè, presente il consenso della mamma, mancava il consenso del padre della ragazza, la quale non aveva buoni rapporti con il genitore e non aveva inteso comunicare a quest'ultimo la decisione presa)».

Carcere eccessivo? Forse. Se ne può discutere, a me pare di no, viste le possibili conseguenze.  A me pare ben peggiore la licenza di diffondere il falso per diffamare la 194. Nell' articolo si plaudeva inoltre alla pena di morte per il giudice in questione e ora Sallusti si atteggia  a martire della giustizia: chi di spada ferisce di spada perisce direbbero i saggi.

Quindi, il titolone suoni così: LE MENZOGNE di Sallusti, sottotitolo: carcere eccessivo? titolino con Gretchenfrage: e con la pena di morte come la mettiamo? per il giudice o per l'imputato?

Qui trovate l' articolo originale o meglio le menzogne originali di Sallusti o anonimo  incaricato...:
 

http://cremonademocratica.org/2012/09/26/la-contraddizioni-di-sallusti-e-il-suo-articolo-carico-di-passione-e-di-fantasia-lerrore-di-sallusti-rimane-lemotivita-ha-prevalso-sullaccertamento-dei-fatti/alessandro-incriminato-di-alessandro-sallusti/

“Il giudice diffamato: "Volevo solo la rettifica" - Intanto, in un'intervista a La Stampa, dà la sua versione della vicenda il giudice diffamato da Libero. "Sarebbe bastata una lettera di scuse. Non a me, per carità, quanto ai lettori, per la notizia errata pubblicata dal giornale. E invece nulla, in sei anni quella lettera non è mai arrivata", dice Giuseppe Cocilovo, che aggiunge: "Abbiamo fatto una proposta transattiva: avrei ritirato la querela dietro il pagamento di 20.000 euro da devolvere a Save the Children. Invece il giorno dopo mi trovo un editoriale di Sallusti in cui sembra che io voglia quei soldi per me, si chiama a raccolta l’intera categoria nel nome della libertà di stampa, s’incassa la solidarietà del Capo dello Stato e si cerca la sponda del ministro della Giustizia. Una campagna stampa allucinante".
 
 
(*) e sulla responsabilità, comunque, del direttore responsabile: