Liang Shiqiu, da “ La nobile arte dell’insulto” , ne consiglio vivamente l’acquisto.
"Dall antichità ai giorni nostri in Cina come altrove senza dubbio non c'è' mai stato qualcuno che almeno una volta nella sua vita non abbia sentito l'esigenza di insultare un suo simile. L’ insulto si fonda sul principio etico per cui ci si dovrebbe rendere conto se una persona meriti o meno di essere insultata. Per tale ragione si rifletta almeno un istante prima di insultare qualcuno. Questo è il principio generale (…) chi merita di essere insultato? Chi non merita di essere insultato? Questa è l’alternativa. L’intento etico di questo modello fondamentale di scelta è talmente etico che chiunque lo segue sino in fondo giunge a sentire necessità alcuna di insultare chicchessia”
(…) L’ insulto riecheggia il combattimento a mani nude. Innanzitutto quando si vuole assestare un bel destro al proprio avversario e' indispensabile tenere in conveniente considerazione il grado della nostra forza. Inoltre, possiamo permetterci il lusso di parare il colpo del nostro contendente oppure no?"
(…) Si eviti accuratamente, invece, di insultare quelle persone dalla cattiva reputazione, quelle il cui aspetto lascia intuire una reazione incivile, gli incolti del tutto sprovvisti di destrezza argomentativa e sui quali la nostra superiorità è palesemente schiacciante. Sarebbe da emeriti mentecatti andarsi a ficcare in tali situazioni alquanto sconvenienti. Se invece la persona da insultare è qualcuno dalla mente di specie superiore, allora si tema seriamente il rischio che egli ci ignori e non dia la minima importanza alle nostre offese.