5 giugno 2012, La7, Otto e Mezzo. Red Herring.
Travaglio offre una nuova conferma di qualunquismo di bassa Lega (non è un caso che la abbia anche votata). La Gruber chiede chi sarebbe a suo parere un politico italiano in grado di prendere le redini, Travaglio risponde con tutt’ altro argomento (lecito sarebbe stato rispondere chiaramente che per motivi xy non intende rispondere, anche se il motivo ci è chiaro: preferisce non esporsi, deve piacere a tutti, su tutti buttare un po’ di fango e di tutti racimolare quindi consenso e scontento).
Siccome Travaglio spara a zero sul governo Monti la Gruber chiede quale sarebbe stata l’alternativa, lui risponde “andare subito al voto”. La Gruber ribatte “allora Lei vede positivamente eventuali elezioni in autunno”, eh no però, a Travaglio per motivi non chiariti questo non piace. Critica il posto prescelto per la discarica a Roma, alla domanda della Gruber su quale sito sceglierebbe risponde che questo dovrà essere deciso dagli esperti…
Gli fa comodo avere groupies negli ambienti di sinistra, quelli che si pensa leggano di più e quindi comprino di più..., ma ha dichiarato nel 2008 «in Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepin». «In Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan e la Thatcher». Ha travisato se stesso? No, ha solo “cavalcato” il fenomeno Berlusconi (non era difficile) e venduto a ingenui della sinistra libretti del tipo “Papi”, mai facendo intravedere alternative (altro suo voto noto è quello Idv, anch’esso connotato da mero antiberlusconismo).
Tempo addietro un mio contatto osò esprimere critiche nei confronti di Travaglio ("opportunismo di carattere finanziario"): gli diedi quasi del traditore. Al tempo ero dell'avviso che fosse necessario unire le forze per combattere il berlusconismo e che quindi il contributo fosse oltremodo utile. Il mio contatto era invece dell'avviso che personaggi come Travaglio siano un fattore dispersivo per utili energie, e aveva ragione. Travaglio costituisce l'antipolitica, non Grillo, che comunque la si pensi un programma lo possiede.
E’ uno degli pseudointellettuali meno informativi che mi sia capitato di ascoltare, le sue “analisi” politiche sono calderoni indistinti, diverse dai discorsi da bar non per i contenuti ma per il lessico.
Si veda anche il Nr. 130 del Menu.