275. "argomento" della reciprocità




(da “Anche voi foste stranieri” di Antonio Sciortino, pag. 154, 155)

 – L’ “argomento”  della reciprocità – 

“Quando si costruì la grande moschea di Roma, col benestare allora di Paolo VI, mai si pose la questione della reciprocità, come tanti vorrebbero per le chiese in Paesi musulmani. Ma solo quella dell’ospitalità e del rispetto. Come ricordava Giovanni Paolo II ad Assisi, il 27 ottobre 1986, al raduno di tutti i capi religiosi in preghiera per la pace: ‘esistono un’altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non sono il risultato di trattative, compromessi politici ed economici. Sono la preghiera e la testimonianza dei credenti. A qualunque tradizione appartengano.’

La Lega va all’ultima crociata, propone una moratoria sine die sulla costruzione di nuove moschee in Italia, e spera si estenda anche agli immigrati. Sulle moschee i sondaggi danno ragione ai leghisti. A grande maggioranza. Molto gioca, in questo, il timore di attentati e del terrorismo islamico. Ma la moratoria non ha senso, anche se due presunti terroristi islamici arrestati a Milano si sarebbero allenati alla guerra santa nella sala di preghiera islamica di un comune della periferia. Al tempo delle Brigate rosse e del terrorismo nero, fior di terroristi in Italia avevano frequentato il catechismo. Mai nessuno s’è sognato di chiedere una moratoria sulla costruzione di nuove chiese. Perché dovrebbero diventare terroristi quelli che frequentano i luoghi di culto e non gli altri?

La realtà è altra. Bloccare la costruzione di nuove moschee rassicura la popolazione, trova e genera consenso. Ma non è detto che sia efficace. Anche per la sicurezza. La Santa Sede e la Cei hanno osservato che le moschee devono essere luoghi di culto e non acquistare altri volti. Se diventano altro è compito dello Stato vigilare, perché ha gli strumenti per farlo (…) La Francia lo ha capito da tempo (…) Anche in Italia, se inserite nel territorio e non in periferia, e se rispettose delle leggi, le moschee non possono che favorire la crescita di un islam italiano moderato”.

NDR: molto bello il brano, in quanto l’ “argomento” della reciprocità è assai frequente. Potremmo aggiungere quanto segue: qualunque siano le leggi vigenti nel paese di origine, un cittadino straniero non può esserne considerato “colpevole”, per questo motivo non condanniamo i cittadini americani a morte, nonostante presso di loro essa sia in vigore. Per questo motivo garantiamo la libertà religiosa anche a persone che nel paese di origine o in un paese straniero non ne possono godere e per questo motivo permettiamo alle donne di origine saudita di prendere la patente, qualora lo desiderino. In questo concreto caso pare delinearsi un concetto, pericolosissimo, di vendetta "collettiva, che in quanto collettiva è  anche  più aberrante di quella personale, per il criterio formalmente arbitrario di attribuzione della colpa.

Taluni si appellano al diritto di reciprocità in ambito giuridico, che vale però, se non erro, solamente in campo privatistico. Approfondimenti in questo senso saranno molto graditi.