211. Fact Checking

di Claudio Cardone

Una di queste mattine mi sono svegliato con un prurito strano: no, nessuna malattia esotica, è il prurito del  FACT CHECKING. Pare che i media italiani, in vista delle elezioni, abbiano scoperto questa cura miracolosa per l’informazione che come al solito viene dall’estero. Verificare i fatti, dunque, per garantire una informazione più corretta ed equilibrata. Ma è davvero così?

Guardando il livello del dibattito a cui siamo abituati noi italiani in tv, un po’ di fact checking è la manna dal cielo, anche se farlo in TV non dev’essere per niente facile, visto l’insofferenza dei politici italiani verso qualunque domanda o verifica che possa metterli in difficoltà. A loro piace vincere facile, basta dare un’occhiata alla timida intervista di Floris ieri a Ballarò a Monti, il quale in diversi momenti a me è sembrato in difficoltà (rimborsi elettorali, imu alla chiesa) solo perche alcune domande erano “un pochino” imbarazzanti, e nonostante il giornalista si spezzasse con un grissino.

Quindi il fact checking è opera meritevole, in linea di principio. Solo, come ogni cosa, BISOGNA VEDERE COME LO SI FA. Molto interessante, ad esempio, la piattaforma sviluppata da <ahref sul citizen journalism, però se guardate la qualità delle affermazioni sottoposte a fact-checking e le risposte date, vi rendete conto che la qualità, al momento in cui scrivo, è abbastanza bassa, come già altri hanno notato.

Dobbiamo ricordarci, quindi, che il fact-checking non si fa su un’equazione matematica, non è una scienza e non è assolutamente qualcosa che possiamo prendere come obiettivo ed imparziale. Questo è ciò che ci possiamo auspicare, ma ogni verifica di un fatto, al momento in cui viene comunicata, è soggetta a tutte le possibili influenze della RETORICA. E’ facile che, in maniera consapevole o involontaria, chi “verifica i fatti” li riporti in modo incorretto o incompleto. Vi faccio un esempio limite, preso proprio da   factchecking.civiclinks.it:

Domanda: Ci fu una congiura per far cadere Berlusconi?
(Vallo a verificare, un fatto così. Non dico che non bisogna provarci, ma difficilmente si raggiunge il 2+2=4)
Due risposte negative sostengono che è falso perchè “si è dimesso” o “gli è mancata la maggioranza parlamentare”, portando a supporto degli articoli di giornale. Vi pare un fact-checking? Per rispondere negativamente a quella domanda bisognerebbe dimostrare che le radici delle sue dimissioni o sfiducia non risiedono in decisioni prese da altri. Qui c’è un problema retorico, la difficoltà di capire in cosa consiste una dimostrazione di un fatto o del suo contrario.

Una volta credevo che il contrario di una verità fosse l’errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida, e l’errore un altro errore. (Ennio Flaiano)

Fatte quindi le dovute premesse sull’accortezza con cui prendere le “verifiche” dei fatti, vi presento (ta-daaa) il mio piccolo contributo, un motore di ricerca specifico per il fact checking.

Vuoi controllare se qualcuno ha già verificato un fatto? Cercalo qui:

http://www.laprimaveradellascienza.it/te-lo-do-io-il-fact-checking/