Ho trovato logicamente molto interessante il commento di un mio interlocutore, R. Papini, al brano, di cui nel seguente link, vertente sull'esistenza di Dio:
http://www.uncommons.it/pagine/articolo.php?id=123
"Leggere l'articolo è stato come percorrere una strada con continui saliscendi (nel senso questo mi piace, questo no, questo sì) fino a quando l'affermazione "Gli atei sono i veri bigotti del XXI secolo" mi ha colpito violentemente mettendo in moto qualcosa dentro di me. "Come mi definisco io?" mi sono alla fine chiesto. Ricordo che negli USA qualche anno fa è stata dato inizio ad un associazione di Brights, persone "illuminate" dalla ragione che non volevano però sentirsi menomate dalla privazione contenuta nel prefisso della parola a-teo. Allettante molto allettante ma non era l'abito adatto a me. Alla fine mi sono inventato "asintoticamente ateo" con riferimento al valore limite matematico dell'asintoto a cui una funzione si avvicina sempre di più senza però mai raggiungerlo. Le conoscenze scientifiche nel corso del tempo hanno sempre ridotto lo spazio della metafisica e del trascendente e le neuroscienze, seppure ancora fortemente limitate negli strumenti d'indagine e di fatto ancora ad uno stadio che senza tema di smentita si può definire primitivo, hanno scavato nella cosiddetta coscienza trovando ogni giorno delle basi fisiche, a cui ancorare enti e oggetti che con tanta disinvoltura in passato sono stati attribuiti (e molte persone lo fanno tutt'ora) alla metafisica, alla religione, allo spirito, etc. Lo spazio per la metafisica si è ridotto e continua a ridursi. Questa è la strada che mi trovo a percorrere e voglio seguire anche se non raggiungerò mai l'asintoto. L'asintoto probabilmente non esiste anche se è sempre davanti a me e io continuo ad avvicinarmi ad ogni momento della mia vita" (R. Papini)