129. Embubblement and Violence



Il prof. Lorenzo Magnani (Univ. di Pavia)  illustra magistralmente come la violenza possa essere una diretta conseguenza della epistemic bubble e dei processi di common embubblement:

“(…) As a matter of fact, it is interesting to remember how the epistemic bubble is already a cognitive structure aimed at the reduction of irritation caused by doubt: consequently, any willing or unintentional behavior that clashes with one agent’s bubble originates a negative emotional appraisal, that can sublimate in the denial of factual evidence  contrasting with the bubble. Over and above that, when the embubblement concerns several individuals united in a single group, the effect of any behavior, perceived as attempting to intrusively pop the bubble, can spark in human agents a particularly violent reaction, that can go beyond a cognitive and dialectical violence. It is worth noticing how such violent consequences of COMMON EMBUBBLEMENT can be easily spotted in dynamics like religion, or politics, and less in science: this is not to say that in science they are totally absent, but the possibility of casemaking, of displaying knowledge provided with better epistemic strength and factual experiences to sustain it, reduces the need for a heavy cognitive bubble; conversely, whenever cornered, religion and politics HAVE TO recur to the ULTIMATE WEAPON OF MORALS, as the strategy of CASE-MAKING is out of their reach: in fact, requiring believers to provide cases, reasons for their beliefs is usually perceived by the very believers as morally evil.

 (…)The historical topos about the difference between an army and an armed mob should be clarifying: it is the army ideology that allows its superiority. It can be argued that even the military training is only afforded by the presence of a distributed ideology embedded in signs, flags, words, hierarchies and, last but not least, uniforms: the very term uniform is significative. The uniform is the same for everyone, making every subject feel similar, both exteriorly and psychologically equal to the others (Bollas, 1993). That stated, we can further analyze this dimension that characterizes the moral bubble: ideologies rely on the distributed dimension of moral bubbles and on the mutual reinforcement of moral beliefs. Uniformed individuals (the oxymoron is not intentional but very significative), each in their own individual moral bubble, act together and combine their roughly similar moral belief into a collective moral bubble, which dramatically empowers its ordinary mechanisms. This collective bubble aims at DEFUSING systematically all potential doubts, adding the action of one individual upon the other to the self-immunization with respect to VIOLENCE, TYPICAL OF THE MORAL BUBBLE .”

 (si veda anche il punto 104 del Menu)

 Del prof. Lorenzo Magnani consiglio vivamente anche l’acquisto di

http://books.google.it/books/about/Understanding_Violence.html?id=Qq8XgxAMISYC&redir_esc=y

Ciascuno di noi si trova in modo più o meno esteso intrappolato in una moral bubble e ciascuno di noi tende ad attribuirla unicamente all’interlocutore. Rendersene conto è  una notevole conquista, che si manifesta non tanto nel superamento di essa quanto perlomeno nel desiderio o ricerca di confronto. Di rado accade quindi di trovarsi di fronte ad una moral bubble “da manuale”, come quella qui a seguito, che parrebbe schematica, esagerata e irreale se non fosse stata effettivamente pronunciata. La violenza espressa nel commento penso sia sotto molti aspetti esemplificativa di quanto illustrato dal prof. Magnani

In una discussione vertente sugli animali e sul modo di considerarli in seno alla nostra società ho riportato come argomenti quelli di cui al punto Nr. 150, 63 e 59 del sito (fallacia antropocentrica e simili). La risposta di un signore di fede cattolica (che non considero in alcun modo campione rappresentativo), laureato, affermato libero professionista, è stata la seguente:

"Ho cancellato i tuoi interventi perché li trovo quanto di più folle, demoniaco ed irrazionale si possa trovare sul tema. trovo che siano totalmente imbevuti di una cultura antiumana prima ancora che irrazionale con una pretesa di verità totalmente forsennata e talmente avvolta nel pregiudizio da negare ogni possibilità di dialogo. Non sono io a sottrarmi al dialogo né le persone che popolano queste discussione, ma queste argomentazioni irrazionali che partono da una filosofia che si arroga il diritto della verità e del giudizio su tutto. Ciò detto, considerando del tutto inutile non solo discutere ma anche solo rimanere connessi, anche perché comprendo che tu pensi esattamente la medesima cosa di ciò che scrivo, ti saluto, ti auguro ogni bene e assicuro assidue preghiere perché tu esca da questo tunnel di satanica irrazionalità che tanto ti affascina, e con il massimo rispetto confermo che non trovo più alcuna ragione di intrattenere relazioni. E' stato un piacere conoscerti, oggi non lo è più."