Questa riflessione rappresenta il seguito delle due precedenti su Travaglio (Nr. 130 e 142) e riguarda un suo intervento del 29 novembre su La7, da Santoro. Tema: ILVA.
Ho appena finito di analizzare i dati, da cui la seguente riflessione generale, che va condotta su due livelli, quello “esterno” e quello “interno”.
(Premessa): Le implicature sono quegli impliciti che siamo autorizzati ad inferire da un certo enunciato.
1) Travaglio lascia intendere che tutti sapevano che Riva dalla nascita fosse un criminale, che quindi nessuno avrebbe dovuto accettare contributi, per quanto regolarmente dichiarati ( come Forza Italia, o Bersani nell’ anno 2006). Ed è un FALSO. Il suo accento, da convinto liberista, non può che cadere ripetutamente e abilmente sulla sinistra. Riva ha comprato l’Ilva di Taranto nel 1995 per 1450 miliardi di lire. Un anno dopo ha chiesto all’Iri la restituzione di 800 dei 1450 miliardi sostenendo di aver trovato che il centro siderurgico era talmente inquinante da richiedere interventi per quella cifra. Ha detto allora: “Indipendentemente dal fatto che l’Iri li riconosca o meno, io questi lavori li devo fare”. Nel 2001 dichiarava di aver investito nel rifacimento delle cokerie, epicentro dell’inquinamento, 150 miliardi in cinque anni. La condanna definitiva PRIMA del 2006 si risolse nel 2005 in una pena pecuniaria di poche migliaia di euro, 8000 per la precisione (la condanna per mobbing è avvenuta nel 2006, né Travaglio né altri citano o conoscono la data del finanziamento quindi sino ad allora tacciano) che difficilmente può fare di qualcuno un criminale. Tutto il “resto” (sentenze definitive) avviene dopo. Questo il discorso “esterno”
2) Da un punto di vista “interno” ben volentieri si puo dire che un esponente della sinistra dovrebbe evitare finanziamenti da parte di forti poteri economici, per una questione intrinsecamente politica e di “sinistra”. Travaglio però non ha parlato di coerenza ideologica, ha deciso di presentare Bersani, per implicatura, come a sua volta corrotto. E questo, ribadisco, è FALSO. Travaglio mescola quindi vero falso e omissioni di varia natura, con il risultato di quella che Franca d’Agostini chiamerebbe VERITA AVVELENATA. Il fine di Travaglio, da sempre, evitare che la sinistra salga al governo mettendola nel calderone indifferenziato del “sono tutti uguali”. Il “tutto uguale” è pero segno sia di profonda ignoranza che di disonesta intellettuale. I meri dati, buttati nel calderone, senza analisi di nessi e connessi, servono alle travagliate.