338. Hater and not-me fallacy

NOT-ME FALLACY

"error of believing we're immune from thinking errors that afflict others"

A mio parere questa è la fallacia più frequente nei gruppi e nelle pagine di hater in rete (che rappresentano ormai una vera epidemia e un danno serio per l'immagine dei social).

In questi gruppi si fa leva su questa distorsione cognitiva per dare l'impressione ai propri follower di essere i più intelligenti e svegli, quelli che ne sanno di più e più di tutti gli altri.

Le cose paiono stare però diversamente in quanto generalmente in questi gruppi, spesso politici ma anche di altro genere, il target è preciso: la diffamazione sistematica di singoli personaggi o sistemi di idee attraverso lo cherry picking e la tecnica della pepita di letame (scandagliare in modo ossessivo la vita o le pagine FB di qualcuno alla ricerca di essa), attraverso i quali crocifiggere o impalare i propri "avversari".

Appare del tutto evidente che tale tecnica ponga gli autori molto al di sotto delle stesse pepite evidenziate in quanto sfugge e si desidera far sfuggire il piano generale, la visione d'insieme per un sobrio e corretto giudizio.

Il senso indotto di appartenenza ai "migliori", contrapposti a tutti gli altri "ignoranti" conduce al fenomeno della polarizzazione di gruppo (estremismi), per cui si assiste anche a fenomeni molto esilaranti dove molte centinaia di persone appongono un like a post che palesemente non colgono il senso di un fatto o di una dichiarazione. Eppure stiamo parlando dei "migliori".

Parte integrante di questo "metodo" è il cyberbullismo (che spesso avviene attraverso il ricorso sistematico alla  tecnica dello screenshot).

Come spesso dico, tutti e proprio tutti, siamo a mio avviso vittime, in una qualche misura, di una epistemic bubble. E più rifiutiamo di rendercene conto più ne rimaniamo invischiati.

(si veda anche il N. 315 e 303)