135. Apologia di Palamede



Riporto questo importantissimo contributo del Prof. Marco Tranito

“Segnalo una perla antica e preziosa: l' "Apologia di Palamede" attribuita a Gorgia (DK 82 B 11a), ingiustamente oscurata dalla maggior fama dell"Encomio di Elena". Lo schema argomentativo, al di là del contenuto specifico relativo alla ben nota vicenda di un personaggio del ciclo troiano, è di straordinario interesse dal punto di vista della storia della logica forense. Un uomo è ingiustamente accusato del crimine di tradimento (le prove contro di lui sono state costruite ad arte per incastrarlo) e si difende con un'argomentazione stringente e inesorabile (ancorché inutile, visto che verrà lapidato da tutto l'esercito acheo). Notevolissimo il § 23, laddove l'autore, per bocca di Palamede, individua per la prima volta un fatto logico importante relativo alla questione dell'asimmetria dell'onere della prova, di cui ogni tribunale giusto deve tenere conto: mentre in linea di principio è possibile provare direttamente la colpevolezza, cioè che un fatto è avvenuto, è impossibile provare direttamente l'innocenza, cioè che un fatto non è avvenuto. Questo oggi si esprime dicendo che mentre un enunciato esistenziale affermativo è verificabile ma non falsificabile ("Dio esiste" si può dimostrare ma non smentire), un enunciato esistenziale negativo è falsificabile ma non verificabile ("Dio non esiste" si può smentire - per esempio se Dio si decidesse una buona volta a mostrarsi a reti unificate dicendoci cosa diavolo vuole da noi - ma non dimostrare).”

La traduzione:

http://lavitaaltrove.forumcommunity.net/?t=10043331