402. Storia del popolo americano

Di Howard Zinn, edizioni Il Saggiatore

“Dalla sua base ad Haiti, Colombo inviò nell’entroterra una spedizione dopo l’altra. I suoi uomini non trovarono campi auriferi, ma si doveva pur riempire le navi di ritorno in Spagna con qualche tesoro. Nel 1495 fecero una grande razzia di uomini, donne e bambini arawak: ne catturarono millecinquecento, li rinchiusero in recinti sorvegliati dagli spagnoli con i cani, poi scelsero i cinquecento individui migliori da caricare sulle navi. Duecento di loro morirono durante il viaggio; gli altri arrivarono in Spagna e furono messi in vendita dall’arcidiacono della città, il quale riferì che, sebbene fossero «nudi come il giorno in cui erano nati», gli schiavi si mostravano privi di vergogna «come animali». Colombo avrebbe poi scritto: «In nome della Santa Trinità, continuiamo a inviare tutti gli schiavi che si possono vendere». Ma troppi schiavi morivano in cattività, perciò Colombo, mosso dalla necessità di garantire un profitto a chi aveva finanziato l’impresa, doveva mantenere la promessa di riempire d’oro le navi. Nella provincia di Cicao, ad Haiti, dove lui e i suoi uomini pensavano che esistessero enormi campi auriferi, ordinarono a tutte le persone dai quattordici anni in su di raccogliere e consegnare ogni tre mesi una certa quantità d’oro. In cambio avrebbero ricevuto dischetti di rame da appendere al collo. Agli indiani trovati senza dischetti venivano mozzate le mani e si lasciava che morissero dissanguati. I nativi avevano ricevuto un incarico impossibile. Il solo oro presente nella zona era quel poco di polvere che si riusciva a raccogliere nei corsi d’acqua. Così fuggivano, ma venivano inseguiti con i cani e uccisi. Quando tentavano di organizzare una resistenza, gli arawak si trovavano di fronte spagnoli protetti da armature, con moschetti, spade e cavalli. Quando gli europei prendevano prigionieri, li impiccavano o li bruciavano vivi. Gli arawak cominciarono a suicidarsi in massa con un veleno ricavato dalla manioca; uccidevano anche i neonati, per «salvarli» dagli spagnoli. Nel giro di due anni, metà dei duecentocinquantamila indiani di Haiti era morta a causa degli assassini, delle mutilazioni e dei suicidi. Quando fu chiaro che non rimaneva altro oro, gli indiani furono utilizzati come schiavi in grandi latifondi divenuti poi noti come encomiendas. Erano costretti a lavorare a ritmi massacranti e morivano a migliaia. Nel 1515 rimanevano forse cinquantamila indiani; nel 1550 erano ridotti a cinquecento. Da una relazione del 1650 si ricava che sull’isola non rimaneva nemmeno un arawak.”