042. Essi più o meno ignorano

"...ma il narratore è piuttosto tentato a credere che dando troppa importanza alle buone azioni si finisce col rendere un omaggio indiretto e potente al male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio che in quanto sono rare e che la malvagità e l'indifferenza derterminano assai più frequentemente le azioni degli uomini. E questa è un'idea che il narratore non condivide. Il male che è nel mondo viene quasi sempre dall'ignoranza, e la buona volontà può fare guai quanto la malvagità, se non è illuminata. Gli uomini sono buoni piuttosto che malvagi, e davvero non si tratta di questo; ma essi più o meno ignorano, ed è quello che si chiama virtù o vizio, il vizio più disperato essendo quello dell'ignoranza che crede di saper tutto, e che allora si autorizza a uccidere. L'anima dell'assassino è cieca, e non esiste vera bontà nè perfetto amore senza tutta la chiaroveggenza possibile"


(La Peste, A.Camus, Bompiani 1986, pag. 101)