026. Hate love

26. Hate Love

"il popolo nella sua maggioranza, è emintentemente femmineo; i suoi pensieri e le sue azioni sono determinate non tanto da sobrie considerazioni, quanto da una sensibilità emotiva. E questa sensibilità non è affatto complicata, essa è semplice ed elementare. Non vi sono in essa differenziazioni sottili, ma giuoca sempre tra due poli, uno negativo e uno positivo, amore e odio, diritto o ingiustizia, verità o bugia...i suoi effetti devono essere sempre rivolti al sentimento, e solo limitatamente alla cosidetta ragione"

(dal Mein Kampf, cap. VI).
 
Conoscere a fondo il Male passato per combatterlo nel presente e nel futuro.


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025. Ripetuto quindi vero

25. Ripetuto quindi vero

Proselitismo di massa

Scrive Leon Festinger ("Teoria della Dissonanza Cognitiva") :

"....situazioni in cui si abbia una convinzione molto difficile da respingere e in cui si introducano cognizioni dissonanti con questa convinzione, attraverso prove inequivocabili dei propri sensi. In particolare se la convinzione è molto difficile da scartare, e, se la cognizione dissonante con la credenza è altresì difficile da respingere, uno dei principali mezzi per ridurre la grandezza della dissonanza sarà ottenere l'appoggio sociale...In primo luogo ci sarà un aumento per quanto riguarda il dare e il ricevere l'appoggio, fra quanti risentono di un'identica dissonanza. In secondo luogo, ci sarà un aumento dei tentativi di persuadere nuova gente che la convinzione dopo tutto, è valida" (Ed. Franco Angeli, pag. 219) - (Si veda anche il punto 106 del Menu)

La fallacia logica della ripetizione: tanto più x viene ripetuto, tanto più diventa vero. Ripetere qualche fatto in continuazione lo rende vero, giusto e più certo. Quando noi stessi siamo incerti riguardo a qualcosa, puo accadere che cerchiamo conferma di essa presso altre persone. Questa è una delle ragioni per cui individui affascinati da una certa ideologia la predicheranno agli altri, non tanto per vederla "salvata" quanto per provare attraverso la "conversione" degli altri la propria di conversione. Si cerca inconsciamente un band wagon.Inoltre ripetendo sempre la medesima cosa, la gente diviene piu ricettiva a questa e tenderà a confonderla con le statistiche ritenendola più probabile.

Riporto la seguente ottima riflessione sul concetto di “revisionismo”  ripresa dal sito “filosofi precari”

http://www.filosofiprecari.it/wordpress/?p=340

“Joseph Goebbels era solito dire: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Vi sono innumerevoli definizioni ed esempi su cosa sia il revisionismo. In estrema sintesi, propongo di definire “revisionismo” l’affermare che tutto ciò che è stato fosse:

1) inevitabile
2) il male minore
3) demoniaco
4) provvidenziale
5) non è stato

Uscendo dalle strette maglie dell’assurda dicotomia libero arbitrio vs determinismo, la storia, come la giurispudenza, parte dal presupposto che l’uomo maggiorenne e sano di mente sia sempre in grado di intendere e volere, e che perciò sia responsabile delle sue azioni. Un’altra dicotomia invece si pone, certo più utile della prima: quella fra comprendere e giustificare. Capire sociologicamente o storicamente le cause alla base di un male storico non equivale certo a renderlo inevitabile o moralmente giustificabile. Certo, dopo Auschwitz, abbiamo davvero bisogno di riformulare il nostro concetto di “male”. Hannah Harendt scrive “La banalità del male” proprio che ricordarci che fra questi “mostri” nazisti, fra queste bestie nazifasciste, vi erano silenziosi assensi, omertà, burocrati ed obbedienti marionette, massificati ed ideologizzati, senza un minimo senso critico, o riluttanti ad utilizzarlo. Tecnici dell’indifferenza, fra i quali ottimi padri di famiglia.

Vi lascio con una sconcertante lettera pervenuta a Primo Levi nel 1962, immediatamente dopo l’uscita in Germania del suo libro: “Se questo è un uomo”. Mittente: un certo Dottor T.H. di Amburgo. La lettera contiene, a mio avviso, alcuni dei punti individuati dalla nostra definizione (quasi tutti).

Egregio dottor Levi,
il suo libro è il primo fra i racconti superstiti di Auschwitz che sia venuto a nostra conoscenza. Ha commosso profondamente mia moglie e me. Ora, poichè Ella, dopo tutti gli orrori che ha vissuto, si rivolge ancora una volta al popolo tedesco “per capire”, “per destare una eco”, io oso tentare una risposta. Ma non sarà una eco; “capire” simili cose non può nessuno! (…) ….. da un uomo che non è con Dio, tutto è da temere: egli non ha freno, non ha ritegni! E gli si addice allora l’altra parola di Genesi 8,21: “Poichè il senno del cuore umano è malvagio fin dalla giovinezza”, modernamente spiegata e dimostrata dalle tremende scoperte della psicoanalisi di Freud nel campo dell’inconscio, a Lei certamente note. In ogni tempo è avvenuto “che il Diavolo si scatenasse” senza ritegno, senza senso: persecuzioni di ebrei e di cristiani, sterminio di popoli interi in Sud America, degli Indiani del Nord America, dei Goti in Italia sotto Narsete, orrende persecuzioni e massacri nel corso delle rivoluzioni francese e russa. Chi potrà capire tutto questo? Ella però aspetta certo una risposta specifica alla domanda, perchè Hitler giunse al potere e perchè noi in seguito non abbiamo scosso il suo giogo. Ora, nel 1933 (…) tutti i partiti moderati spariscono, e non rimase che la scelta fra Hitler e Stalin, Nazionasocialisti e Comunisti, di forze circa uguali. I comunisti li conoscevamo per le varie grandi rivolte avvenute dopo la prima guerra. Hitler ci appariva sospetto, è vero, ma decismanete come il minor male. Che tutte le sue belle parole fossero menzogna e tradimento, all’inizio non ce ne accorgemmo. In politica estera, aveva un successo dopo l’altro; tutti gli stati mantenevano con lui relazioni diplomatiche, il Papa per primo conchiuse un concordato. Chi poteva sospettare che noi stavamo cavalcando un criminale e un traditore? E comunque, nessuna colpa si può certo attribuire ai traditi: solo il traditore è colpevole.

Ed ora la questione più difficile, il suo insensato odio contro gli ebrei: ebbene, quest’odio non è mai stato popolare. La Germania contava a buon diritto come il paese più amichevole verso gli ebrei nel mondo intero. Mai, a quanto io so ed ho letto, durante tutto il periodo hitleriano fino alla sua fine, mai si è saputo di un solo caso di spontaneo oltraggio od aggressione ai danni di un ebreo. Sempre soltanto (pericolosissimi) tentativi di aiuto. Vengo ora alla seconda questione. Ribellarsi in uno stato totalitario non è possibile. Il mondo intero, a suo tempo, non ha potuto aiutare gli ungheresi. (…) Tanto meno potemmo resistere noi da soli. Non va dimenticato che, oltre a tutte le lotte per la resistenza, solo nel giorno 20 luglio 1944 migliaia e migliaia di ufficiali furono giustiziati. Non si trattava già di “una piccola cricca”, come poi disse Hitler. Caro dottor Levi (così mi permetto di chiamarLa), non ho scuse, non ho spiegazioni. La colpa grava pesantemente sul mio popolo tradito e sviato. Si rallegri della vita che Le è stata ridonata, della pace e della Sua bella patria che anch’io conosco. Anche nel mio scaffale stanno Dante e Boccaccio.

Suo dev.mo T.H

 

 ( si confronti con il numero 65 del Menu)

 

024. EAUI

24. EAUI

(John Woods, “Error”, Abstract)

 

“(…) I want now to turn to difficulties with logic’s customary treatment of error,

beginning with the fallacies. It is widely held that a pattern of reasoning is fallacious

when the following four conditions are met.

 

(1) The reasoning is erroneous.

(2) The reasoning is attractive, i.e., its appearance of correctness camouflages its

incorrectness.

(3) The reasoning has universal appeal, i.e., it is widely employed across the lines of

sex, rank and culture.

(4) The reasoning is incorrigible, i.e., levels of post-diagnostic recidivism are high.

9

To this we may add a further condition.

(5) Fallacies are bad, i.e., they prevent the reasoning which they applied to achieve its goals, and they are symptoms of something wrong with the reasoning mechanisms

of those who commit them.

If, for the sake of euphony, we place the badness condition at the top of the list, we may form the obvious acronym, BEAUI, which picks up the first letter of the five defining features, beginning with “bad”.


 


023. Genialità di un condottiero

23. La Genialità di un Condottiero

"Fa parte della genialità di un condottiero, il far apparire gli avversari anche disparati come appartenenti a un'unica categoria, poichè l'individuazione di più nemici porta facilmente la gente malcerta e debole a dubitare della giustezza del proprio diritto. Se la massa, sempre ondeggiante, si trova in lotta contro molti nemici, entrerà subito in campo quella <oggettività> di cui s'è detto, e nascerà la domanda se tutti gli altri abbiano proprio torto, se proprio solo al nostro movimento o al nostro popolo appartenga la verità. E con ciò subentra la prima paralisi della propria forza. Perciò anche una molteplicità di nemici interni deve sempre essere riunita sotto un indice comune, di modo che la massa dei propri aderenti creda di essere condotta contro un nemico solo. Ciò rinforza la fede nel proprio diritto e stimola la rabbia contro coloro che ci attaccano"

(Cap. III, Mein Kampf).

"un modo spiccio per accantonare, o almeno rendere sospetta, una affermazione a noi contraria dell'avversario, è quello di ricondurla a una categoria odiata, anche se la relazione è solo di vaga somiglianza o è tirata per i capelli; per esempio: questo è manicheismo; questo è arianesimo; questo è pelagianesimo; questo è idealismo; questo è spinozismo; questo è panteismo; questo è brownianismo; questo è naturalismo; questo è ateismo; questo è razionalismo; questo è spiritualismo; questo è misticismo; e così via. Con ciò supponiamo due cose 1) che quella affermazione è effettivamente identica a quella categoria, o che almeno è contenuta in essa, ed esclamiamo dunque: "oh! questa non è affatto nuova!" 2) che questa categoria è già stata del tutto confutata e non può contenere una sola parola di vero"

(Schopenhauer, stratagemma Nr. 32)
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