010. Offeso

10. L'offesa

"...offendersi a volte è molto piacevole, non è vero? Eppure egli sa che nessuno gli ha arrecato offesa, ma che egli stesso si è inventato l'offesa e ha mentito per mettersi in mostra, ha esagerato egli stesso per creare un quadretto pittoresco, ha tratto spunto da una parola e ha fatto di un sassolino una montagna: egli sa benissimo tutto questo, tuttavia è il primo a offendersi, a offendersi per provare piacere, per assaporare una grande soddisfazione, e così finisce per provare autentico rancore...Ma alzatevi di lì e mettetevi seduto, ve ne prego caldamente, giacchè anche questi sono gesti pieni di menzogna"

("Fratelli Karamazov": lo starec, un'autorità della chiesa ortodossa a Fedor Pavlovic)

009. Troll

9. Troll e Fake

"Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori. Un troll è spesso al contempo anche un fake, vale a dire un utente che falsifica la propria identità".

(definizioni riprese liberamente  da Wikipedia, che ne offre una più ampia nonchè ottima presentazione)

008. Errore perduttivo

8. L'ERRORE PERDUTTIVO


"Perdurre, vocabolo arcaico derivato dal latino perducere, significa condurre, guidare a un luogo determinato o a un risultato, ma può significare anche indurre, persuadere, accattivarsi. Propongo di chiamare perduttivo ogni errore di attribuzione causale che si propaga, grazie al meccanismo dei biases e all’autorevolezza o alla forza persuasiva delle fonti, innescando una reazione a catena che conduce in errore un intero gruppo di persone.

La perduzione sarebbe un po’ come una valanga: l’errore di uno o di pochi viene ripetuto fino a diventare un errore sociale. Consideriamo un caso di perduzione che si è verificato a fine agosto in Grecia, dopo la propagazione quasi simultanea di numerosi focolai nel Peloponneso: anziché riflettere in maniera analitica sulle possibili cause del fenomeno, alcuni individui hanno suggerito una spiegazione frettolosa e unilaterale conducendo in errore gruppi più ampi di persone, grazie anche al contributo di certi giornalisti, anche italiani...gli individui tendono a fare attribuzioni esterne (fattori eccezionali al di fuori del raggio di azione del soggetto) anziché interne, vale a dire tendono ad accentuare l’importanza di fattori situazionali non controllabili minimizzando la propria responsabilità (gli psicologi parlano in questo caso di self-serving bias)" 


tratto da un articolo di Diogene Magazine.


007. La Scelta

7. la scelta

1 dicembre 2010, La7, "Otto e Mezzo", breve intervento di M.Lupi, a proposito del caso Monicelli, in risposta ad una citazione su Veronesi per il quale l'eutanasia servirebbe ad evitare morti tragiche di tale genere.

Lupi afferma che l'eutanasia è sempre sbagliata. Motivazione: si dovrebbe pensare al fatto che su ca. 9000 malati di SLA solo 10 desiderano morire. Fallacia logica di estrema gravità: la libertà di 8990 persone a vivere cancella la libertà di 10 persone a morire, senza che questa libertà di morire incida in alcun modo sulla libertà di vivere degli 8990.

Lupi aggiunge che lui "ovviamente" desidera concentrare le risorse a disposizione su costoro, come se il desiderio di morire dei 10 necessitasse di oneri aggiuntivi.

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